La Bastinaca di San Vito (Carota di Polignano - CP) e la Pestanaca di Sant’Ippazio (Carota di Tiggiano - CT) sono due varietà locali di carota, rispettivamente delle province di Bari e Lecce. Si tratta, quindi, di “popolazioni variabili, comunque ben identificabili, che non sono state oggetto di programmi organizzati di miglioramento genetico; sono caratterizzate da uno specifico adattamento alle condizioni ambientali e di crescita della zona, e sono strettamente legate agli usi, ai saperi, ai dialetti e alle ricorrenze di una popolazione umana che le ha sviluppate e ne continua la coltivazione”. Fin da secoli più antichi, le varietà locali sono state riprodotte principalmente ricorrendo all’autoproduzione del seme; tutt’oggi, questa pratica risulta di fondamentale importanza anche per queste due varietà locali di carota, non potendo commercializzarne il seme in assenza di iscrizione in registri varietali. Il presente lavoro ha l’obiettivo di descrivere le tecniche di autoproduzione del seme di queste due varietà locali di carota, valutando gli aspetti agronomici, nonché le caratteristiche morfologiche e qualitative del seme ottenuto, coerentemente con quanto richiesto dal Regolamento delegato (UE) 2021/1189 e dal Decreto Legislativo 2021/2 e nell’ottica di una futura commercializzazione dello stesso seme. Le ombrelle di CT sono risultate di dimensioni maggiori rispetto a quelle di CP; quest’ultima, tuttavia, ha messo in evidenza lunghezza dell’achenio e peso dei 1.000 semi più elevati. Importante è stata la valutazione della vitalità dei semi: per la CT sono stati registrati valori più elevati di germinabilità ed una maggiore velocità di germinazione rispetto alla CP. Il tempo medio di germinazione è risultato sensibilmente inferiore per i semi di CT rispetto a CP. Complessivamente, lo studio del vigore dei semi ha fornito risultati più omogenei per CT, diversificati e meno vantaggiosi per CP.
Produzione e caratterizzazione del seme di due varietà locali di carota (Daucus carota L.) pugliesi: Bastinaca di San Vito and Pestanaca di Sant’Ippazio.
Massimiliano Renna;Dalila Bellomo;Eugenio Cazzato;Pietro Santamaria
2024-01-01
Abstract
La Bastinaca di San Vito (Carota di Polignano - CP) e la Pestanaca di Sant’Ippazio (Carota di Tiggiano - CT) sono due varietà locali di carota, rispettivamente delle province di Bari e Lecce. Si tratta, quindi, di “popolazioni variabili, comunque ben identificabili, che non sono state oggetto di programmi organizzati di miglioramento genetico; sono caratterizzate da uno specifico adattamento alle condizioni ambientali e di crescita della zona, e sono strettamente legate agli usi, ai saperi, ai dialetti e alle ricorrenze di una popolazione umana che le ha sviluppate e ne continua la coltivazione”. Fin da secoli più antichi, le varietà locali sono state riprodotte principalmente ricorrendo all’autoproduzione del seme; tutt’oggi, questa pratica risulta di fondamentale importanza anche per queste due varietà locali di carota, non potendo commercializzarne il seme in assenza di iscrizione in registri varietali. Il presente lavoro ha l’obiettivo di descrivere le tecniche di autoproduzione del seme di queste due varietà locali di carota, valutando gli aspetti agronomici, nonché le caratteristiche morfologiche e qualitative del seme ottenuto, coerentemente con quanto richiesto dal Regolamento delegato (UE) 2021/1189 e dal Decreto Legislativo 2021/2 e nell’ottica di una futura commercializzazione dello stesso seme. Le ombrelle di CT sono risultate di dimensioni maggiori rispetto a quelle di CP; quest’ultima, tuttavia, ha messo in evidenza lunghezza dell’achenio e peso dei 1.000 semi più elevati. Importante è stata la valutazione della vitalità dei semi: per la CT sono stati registrati valori più elevati di germinabilità ed una maggiore velocità di germinazione rispetto alla CP. Il tempo medio di germinazione è risultato sensibilmente inferiore per i semi di CT rispetto a CP. Complessivamente, lo studio del vigore dei semi ha fornito risultati più omogenei per CT, diversificati e meno vantaggiosi per CP.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.