Negli ultimi decenni l’utilizzo della plastica è aumentato sempre più in maniera esponenziale. Se gettati in modo improprio, i rifiuti di plastica possono danneggiare l’ambiente e la biodiversità. Sotto l’influenza delle radiazioni solari UV, del vento, delle correnti e altri fattori naturali, la plastica si scompone in piccole particelle chiamate microplastiche (MP, <5 mm di diametro) o nanoplastiche (NP, <100 nm di diametro). Queste minuscole particelle di materiale plastico sono caratterizzate da diverse forme, tra cui frammenti, fogli, filamenti, foam, granuli, pellet, e sono diventate uno dei fattori principali dell’inquinamento ambientale. La possibilità di ritrovare le microplastiche nel tratto gastrointestinale degli animali selvatici aumenta al diminuire delle dimensioni dei frammenti. Gli uccelli svolgono un ruolo importante nel sistema della rete trofica globale e sono ampiamente utilizzati come indicatori di biodiversità, inquinamento e cambiamento ambientale [1]. Il presente studio si propone di indagare il numero di microplastiche bioaccumulate in esemplari di Tordi e Merli, due specie migratorie che svernano in Puglia. I campioni in analisi fanno parte di un centinaio di esemplari, catturati nelle campagne baresi e donati a scopo di ricerca dai soci dell’associazione “Arci caccia”. Indagando la presenza di MP nei tratti gastrointestinali e analizzando il regime trofico di questi esemplari, è possibile monitorare il grado di qualità ambientale dei territori in cui questi uccelli si nutrono. Lo scopo della nostra ricerca è quello di trovare un nuovo metodo di estrazione che, a differenza delle diverse tecniche già utilizzate, non preveda l'uso di solventi chimici come, ad esempio, l'idrossido di potassio (KOH). Infatti, secondo alcuni studi questi solventi usati per degradare solo i componenti organici possono alterare la morfologia delle particelle di microplastica, rendendone difficile la caratterizzazione fisica [2]. I test preliminari hanno rilevato la presenza di filamenti plastici di colore blu in sei tordi e due merli. Seguiranno ulteriori test con metodi diversi per certificare e quantificare la presenza di MP nel tratto gastrointestinale di un centinaio di tordi e merli.

Bioaccumulation of microplastics in thrushes and blackbirds caught in Apulia: Analysis for monitoring environmental quality by comparing different and innovative extraction techniques

Altieri G. M.;Salvemini C.;Tarricone S.;Ragni M.;Tarasco E.
2023-01-01

Abstract

Negli ultimi decenni l’utilizzo della plastica è aumentato sempre più in maniera esponenziale. Se gettati in modo improprio, i rifiuti di plastica possono danneggiare l’ambiente e la biodiversità. Sotto l’influenza delle radiazioni solari UV, del vento, delle correnti e altri fattori naturali, la plastica si scompone in piccole particelle chiamate microplastiche (MP, <5 mm di diametro) o nanoplastiche (NP, <100 nm di diametro). Queste minuscole particelle di materiale plastico sono caratterizzate da diverse forme, tra cui frammenti, fogli, filamenti, foam, granuli, pellet, e sono diventate uno dei fattori principali dell’inquinamento ambientale. La possibilità di ritrovare le microplastiche nel tratto gastrointestinale degli animali selvatici aumenta al diminuire delle dimensioni dei frammenti. Gli uccelli svolgono un ruolo importante nel sistema della rete trofica globale e sono ampiamente utilizzati come indicatori di biodiversità, inquinamento e cambiamento ambientale [1]. Il presente studio si propone di indagare il numero di microplastiche bioaccumulate in esemplari di Tordi e Merli, due specie migratorie che svernano in Puglia. I campioni in analisi fanno parte di un centinaio di esemplari, catturati nelle campagne baresi e donati a scopo di ricerca dai soci dell’associazione “Arci caccia”. Indagando la presenza di MP nei tratti gastrointestinali e analizzando il regime trofico di questi esemplari, è possibile monitorare il grado di qualità ambientale dei territori in cui questi uccelli si nutrono. Lo scopo della nostra ricerca è quello di trovare un nuovo metodo di estrazione che, a differenza delle diverse tecniche già utilizzate, non preveda l'uso di solventi chimici come, ad esempio, l'idrossido di potassio (KOH). Infatti, secondo alcuni studi questi solventi usati per degradare solo i componenti organici possono alterare la morfologia delle particelle di microplastica, rendendone difficile la caratterizzazione fisica [2]. I test preliminari hanno rilevato la presenza di filamenti plastici di colore blu in sei tordi e due merli. Seguiranno ulteriori test con metodi diversi per certificare e quantificare la presenza di MP nel tratto gastrointestinale di un centinaio di tordi e merli.
2023
9788896394427
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11586/494100
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