Qual è la posizione che la matrice teoretica occupa e quale ruolo essa può svolgere in risposta alla domanda di formazione che avanzano i docenti nel mentre si accingono a svolgere o svolgono già da tempo la propria professione e si rendono conto 103 di aver bisogno di acquisire un atteggiamento critico e riflessivo nei confronti del proprio posizionamento all’interno della relazione educativa? Questo interrogativo ispira ormai da decenni una delle linee di ricerca condotte all’interno del Centro Interuniversitario di Ricerca “Laboratorio di Gruppoanalisi ed Epistemologia” – CIRLaGE delle Università di Bari, Verona e Genova. Tra i diversi itinerari di ricerca scientifica tracciati nel CIRLaGE, la Didattica Universitaria Gruppo-Interattiva (DUGI) diventa la risposta concreta e operativa all’idea, fortemente legata all’interrogativo di senso che funge da incipit di questo lavoro, che il problema della formazione sia sempre stato strettamente interconnesso con la matrice della problematizzazione teoretica. La DUGI è stata introdotta all’Università di Bari dalla Professoressa Maria Giordano (docente di Filosofia Teoretica) a partire dal 1992. Integra la Fenomenologia di matrice filosofica husserliana con la “Didattica interattiva reticolare” che Jane Abercrombie ha avviato presso la University College of London a partire dalla seconda metà degli anni ’50. Attraverso la DUGI è possibile rilevare i parametri filosofico-fenomenologici e le condizioni interazionali gruppoanalitiche indispensabili a trasformare la relazione didattica e formativa in luogo mentale di responsabilità condivisa delle conoscenze e non come semplice sommatoria di individui che ne fanno istituzionalmente parte. L’esperienza didattica interattiva di matrice fenomenologica offre le condizioni spazio-temporali, meta-comunicative e comunicative, idonee a costruire lo “spazio relazionale” indispensabile a investire di responsabilità formativa coloro che ne fanno parte. L’eredità scientifica della DUGI raccolta in questi ultimi anni all’interno del CIRLaGE, ha permesso di avviare un percorso di ricerca-azione attraverso cui potersi confrontare sia sul piano della teoresi sia sui conseguenti risvolti metodologici in risposta alla domanda di cambiamento formativo che si è resa sempre più insistente da parte di formatori, educatori, docenti e tutti coloro che si occupano, nel proprio lavoro, della presa in carico dell’altro. Nasce, così, il Teaching University Philosophy Project nel marzo del 2018 all’interno del quale, l’anno successivo, si sviluppa un micro gruppo di ricerca-azione che vede coinvolte in un lavoro sperimentale di formazione, docenti di scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado oltre che i ricercatori del Centro. Il focus del progetto riguarda “La metodologia fenomenologica nella determinazione dei contesti educativi e formativi”. La ricerca si pone l’obiettivo di rispondere ai seguenti interrogativi: - Apprendere a pensare criticamente può promuovere un cambiamento formativo capace di sviluppare l’attitudine al dialogo interiore e alla comunicazione profonda e autentica con l’altro? - Quale contributo può offrire la Matrice Teoretica in questa particolare prospettiva di apprendimento? Il progetto nasce dall’esigenza, da parte delle insegnanti, di avvalersi del contributo del pensiero filosofico per costruire, attraverso un approccio metodologico innovativo (DUGI – Didattica Universitaria Gruppo-Interattiva), nuove competenze percettive e relazionali. Intercettando le Indicazioni Nazionali 2012 del MIUR, le indicazioni contenute nella “Relazione annuale del Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza (2018)” e implementando le direttive della Legge n. 92 del 20 agosto 2019 circa l’insegnamento dell’educazione civica nelle scuole di primo e secondo ciclo, il Progetto si avvale del valore formativo della Filosofia per sviluppare competenze che pongano il docente nelle condizioni di 1. avviare con gli alunni nuovi percorsi di riflessione; 2. strutturare insieme a loro itinerari operativi in grado di intercettare quei bisogni che spesso non si rendono immediatamente disponibili a essere colti all’interno della relazione educativa; 3. costruire il contesto formativo idoneo perché l’alunno giunga a riconoscere la dimensione costitutiva del proprio essere, a individuare il proprio posizionamento nel mondo e nel mondo insieme agli altri, a esercitarsi allo stupore e alla meraviglia; 4. delineare percorsi metodologici innovativi e interdisciplinari. Il progetto, inoltre, mira a - affinare e monitorare costantemente i tratti innovativi del paradigma metodologico che sostanzia la DUGI; - creare le condizioni di apprendimento utili a fornire ai docenti la possibilità di non fermarsi all’idea popperiana condivisibile ma obsoleta che lo statuto specifico del pensiero teoretico risieda fondamentalmente nel trovare risposte più o meno esaustive ai problemi; - partire dalle situazioni relazionali nelle quali docente e studenti sono inevitabilmente implicati nel contesto didattico e dalle istanze formative palesi e non di cui si fanno espressione, per cogliere che la tensione e l'intenzionalità che animano la riflessione teoretica sono primariamente ed irrinunciabilmente protese a comprendere lo status quo del presente, a riconsiderarlo, ad analizzarlo al fine di proporre ipotesi di cambiamento formativo. I tratti innovativi della didattica sono tali nella misura in cui la preoccupazione del docente non risiede soltanto nel “cosa” e nel “come” insegnare ma soprattutto “a chi” è rivolto l’insegnamento.

Matrice Teoretica dei processi di cambiamento formativo. Nuovi scenari metodologicodidattici per una formazione alle competenze trasversali.

Gabriella de Mita
;
Giovanni D'Elia
;
Simona Valenti
;
Sabrina Guaragno
2022-01-01

Abstract

Qual è la posizione che la matrice teoretica occupa e quale ruolo essa può svolgere in risposta alla domanda di formazione che avanzano i docenti nel mentre si accingono a svolgere o svolgono già da tempo la propria professione e si rendono conto 103 di aver bisogno di acquisire un atteggiamento critico e riflessivo nei confronti del proprio posizionamento all’interno della relazione educativa? Questo interrogativo ispira ormai da decenni una delle linee di ricerca condotte all’interno del Centro Interuniversitario di Ricerca “Laboratorio di Gruppoanalisi ed Epistemologia” – CIRLaGE delle Università di Bari, Verona e Genova. Tra i diversi itinerari di ricerca scientifica tracciati nel CIRLaGE, la Didattica Universitaria Gruppo-Interattiva (DUGI) diventa la risposta concreta e operativa all’idea, fortemente legata all’interrogativo di senso che funge da incipit di questo lavoro, che il problema della formazione sia sempre stato strettamente interconnesso con la matrice della problematizzazione teoretica. La DUGI è stata introdotta all’Università di Bari dalla Professoressa Maria Giordano (docente di Filosofia Teoretica) a partire dal 1992. Integra la Fenomenologia di matrice filosofica husserliana con la “Didattica interattiva reticolare” che Jane Abercrombie ha avviato presso la University College of London a partire dalla seconda metà degli anni ’50. Attraverso la DUGI è possibile rilevare i parametri filosofico-fenomenologici e le condizioni interazionali gruppoanalitiche indispensabili a trasformare la relazione didattica e formativa in luogo mentale di responsabilità condivisa delle conoscenze e non come semplice sommatoria di individui che ne fanno istituzionalmente parte. L’esperienza didattica interattiva di matrice fenomenologica offre le condizioni spazio-temporali, meta-comunicative e comunicative, idonee a costruire lo “spazio relazionale” indispensabile a investire di responsabilità formativa coloro che ne fanno parte. L’eredità scientifica della DUGI raccolta in questi ultimi anni all’interno del CIRLaGE, ha permesso di avviare un percorso di ricerca-azione attraverso cui potersi confrontare sia sul piano della teoresi sia sui conseguenti risvolti metodologici in risposta alla domanda di cambiamento formativo che si è resa sempre più insistente da parte di formatori, educatori, docenti e tutti coloro che si occupano, nel proprio lavoro, della presa in carico dell’altro. Nasce, così, il Teaching University Philosophy Project nel marzo del 2018 all’interno del quale, l’anno successivo, si sviluppa un micro gruppo di ricerca-azione che vede coinvolte in un lavoro sperimentale di formazione, docenti di scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado oltre che i ricercatori del Centro. Il focus del progetto riguarda “La metodologia fenomenologica nella determinazione dei contesti educativi e formativi”. La ricerca si pone l’obiettivo di rispondere ai seguenti interrogativi: - Apprendere a pensare criticamente può promuovere un cambiamento formativo capace di sviluppare l’attitudine al dialogo interiore e alla comunicazione profonda e autentica con l’altro? - Quale contributo può offrire la Matrice Teoretica in questa particolare prospettiva di apprendimento? Il progetto nasce dall’esigenza, da parte delle insegnanti, di avvalersi del contributo del pensiero filosofico per costruire, attraverso un approccio metodologico innovativo (DUGI – Didattica Universitaria Gruppo-Interattiva), nuove competenze percettive e relazionali. Intercettando le Indicazioni Nazionali 2012 del MIUR, le indicazioni contenute nella “Relazione annuale del Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza (2018)” e implementando le direttive della Legge n. 92 del 20 agosto 2019 circa l’insegnamento dell’educazione civica nelle scuole di primo e secondo ciclo, il Progetto si avvale del valore formativo della Filosofia per sviluppare competenze che pongano il docente nelle condizioni di 1. avviare con gli alunni nuovi percorsi di riflessione; 2. strutturare insieme a loro itinerari operativi in grado di intercettare quei bisogni che spesso non si rendono immediatamente disponibili a essere colti all’interno della relazione educativa; 3. costruire il contesto formativo idoneo perché l’alunno giunga a riconoscere la dimensione costitutiva del proprio essere, a individuare il proprio posizionamento nel mondo e nel mondo insieme agli altri, a esercitarsi allo stupore e alla meraviglia; 4. delineare percorsi metodologici innovativi e interdisciplinari. Il progetto, inoltre, mira a - affinare e monitorare costantemente i tratti innovativi del paradigma metodologico che sostanzia la DUGI; - creare le condizioni di apprendimento utili a fornire ai docenti la possibilità di non fermarsi all’idea popperiana condivisibile ma obsoleta che lo statuto specifico del pensiero teoretico risieda fondamentalmente nel trovare risposte più o meno esaustive ai problemi; - partire dalle situazioni relazionali nelle quali docente e studenti sono inevitabilmente implicati nel contesto didattico e dalle istanze formative palesi e non di cui si fanno espressione, per cogliere che la tensione e l'intenzionalità che animano la riflessione teoretica sono primariamente ed irrinunciabilmente protese a comprendere lo status quo del presente, a riconsiderarlo, ad analizzarlo al fine di proporre ipotesi di cambiamento formativo. I tratti innovativi della didattica sono tali nella misura in cui la preoccupazione del docente non risiede soltanto nel “cosa” e nel “come” insegnare ma soprattutto “a chi” è rivolto l’insegnamento.
2022
978-88-6760-961-1
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