Abbiamo voluto fare riferimento all’antichissimo rituale dello Jus Primae Noctis per presentare un caso di abuso sessuale perpetrato per lunghi anni da un padre nei confronti della figlia, caso giunto alla nostra osservazione in un contesto peritale. La vicenda di cui ci siamo occupati si è svolta nell’ambito di una regione del mezzogiorno d’Italia (che come tutte le regioni che si affacciano sul Mediterraneo) appare fortemente caratterizzata, anche nell’attualità, dalla compresenza di magia e superstizione, da mitologie e credenze che affondano le loro radici nella storia delle tradizioni popolari. Del resto nella storia delle regioni meridionali che si affacciano sul Mediterraneo sono frequenti le sovrapposizioni di matrici culturali, di codici comunicativi e simbolici ( il magico, il religioso ad es.) solo apparentemente diverse, che invece presentano vaste aree di sovrapposizione, tanto che si è finito per impiegarli come alternative indifferenti, per gli stessi scopi: ad. es., come rassicurazione, cura, costruzione di senso, premonizione; in un contesto caratterizzato da fragilità e da miseria, povertà psicologica e culturale e da persistenza del “magico”.La peculiarità del caso che vogliamo prendere in esame è costituita dalle strategie attuate dall’abusante per perpetrare le violenze sulla figlia acquisita e connotate da un inusuale intreccio di aspetti rituali, mitici, sottoculturali, magici, esoterici che si aggiungono alle consuete modalità di abuso.

A BABY PSEUDO-RITUALISTIC HOMICIDE

Grattagliano I.
;
Solarino;B. Catanesi
2006-01-01

Abstract

Abbiamo voluto fare riferimento all’antichissimo rituale dello Jus Primae Noctis per presentare un caso di abuso sessuale perpetrato per lunghi anni da un padre nei confronti della figlia, caso giunto alla nostra osservazione in un contesto peritale. La vicenda di cui ci siamo occupati si è svolta nell’ambito di una regione del mezzogiorno d’Italia (che come tutte le regioni che si affacciano sul Mediterraneo) appare fortemente caratterizzata, anche nell’attualità, dalla compresenza di magia e superstizione, da mitologie e credenze che affondano le loro radici nella storia delle tradizioni popolari. Del resto nella storia delle regioni meridionali che si affacciano sul Mediterraneo sono frequenti le sovrapposizioni di matrici culturali, di codici comunicativi e simbolici ( il magico, il religioso ad es.) solo apparentemente diverse, che invece presentano vaste aree di sovrapposizione, tanto che si è finito per impiegarli come alternative indifferenti, per gli stessi scopi: ad. es., come rassicurazione, cura, costruzione di senso, premonizione; in un contesto caratterizzato da fragilità e da miseria, povertà psicologica e culturale e da persistenza del “magico”.La peculiarità del caso che vogliamo prendere in esame è costituita dalle strategie attuate dall’abusante per perpetrare le violenze sulla figlia acquisita e connotate da un inusuale intreccio di aspetti rituali, mitici, sottoculturali, magici, esoterici che si aggiungono alle consuete modalità di abuso.
2006
978-88-7587-676-0
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