Questa mia breve comunicazione si prefigge di mettere a fuoco, a partire dall’analisi e dall’approfondimento di alcuni manoscritti husserliani del 1932 non tradotti in lingua italiana, la complessità del problema relativo alla determinazione dell’identità professionale, individuale e collettiva, e del ruolo che la relazione comunicativa gioca in esso. Nello specifico, ha lo scopo di esaminare il contributo dell’indagine fenomenologica husserliana all’esperienza di ricerca e didattica che conduco presso l’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro” in qualità di ricercatore di Filosofia Teoretica. All’interno di questa cornice, nel corso degli anni ho avuto modo di osservare la confusione che denunciano gli studenti del Corso di Laurea Magistrale in Scienze dell’Informazione editoriale, pubblica e sociale – presso cui svolgo l’insegnamento di Filosofia delle relazioni comunicative – circa l’acquisizione di informazioni nozionistiche standardizzate. Se da un lato esse rispondono in maniera sempre più pressante a precisi parametri quantitativi di funzionalismo ed efficientismo didattico, dall’altro lato a poco o a nulla servono al futuro professionista nella determinazione di quelle specifiche competenze professionali necessarie a: a) riconoscere nella comunicazione la processualità relazionale che la sottende; b) prendere coscienza del rischio di riduzionismo della complessità del fenomeno comunicazione a uno dei fattori che la compongono; c) costruire l’ identità professionale all’interno dei confini specifici entro cui si è chiamati di volta in volta a operare.

Analisi fenomenologica della relazione comunicativa a partire dai Manoscritti husserliani del 1932. Il contributo alla ricerca e alla didattica universitaria

DE MITA, Gabriella
2013-01-01

Abstract

Questa mia breve comunicazione si prefigge di mettere a fuoco, a partire dall’analisi e dall’approfondimento di alcuni manoscritti husserliani del 1932 non tradotti in lingua italiana, la complessità del problema relativo alla determinazione dell’identità professionale, individuale e collettiva, e del ruolo che la relazione comunicativa gioca in esso. Nello specifico, ha lo scopo di esaminare il contributo dell’indagine fenomenologica husserliana all’esperienza di ricerca e didattica che conduco presso l’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro” in qualità di ricercatore di Filosofia Teoretica. All’interno di questa cornice, nel corso degli anni ho avuto modo di osservare la confusione che denunciano gli studenti del Corso di Laurea Magistrale in Scienze dell’Informazione editoriale, pubblica e sociale – presso cui svolgo l’insegnamento di Filosofia delle relazioni comunicative – circa l’acquisizione di informazioni nozionistiche standardizzate. Se da un lato esse rispondono in maniera sempre più pressante a precisi parametri quantitativi di funzionalismo ed efficientismo didattico, dall’altro lato a poco o a nulla servono al futuro professionista nella determinazione di quelle specifiche competenze professionali necessarie a: a) riconoscere nella comunicazione la processualità relazionale che la sottende; b) prendere coscienza del rischio di riduzionismo della complessità del fenomeno comunicazione a uno dei fattori che la compongono; c) costruire l’ identità professionale all’interno dei confini specifici entro cui si è chiamati di volta in volta a operare.
2013
978-88-6760-112-7
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