Il lavoro proposto intende osservare i processi distorsivi messi in atto all’interno della scena educativa, a seguito dell’esperienza della DAD (Didattica a Distanza) e della DID (Didattica Digitale Integrata). Partendo da una problematica globale e agendo localmente nella propria area di riferimento (Dubos, 1972) come va ri-significata la relazione educativo-formativa nel contesto denominato cyberspazio? Come è possibile impostare una relazione educativa autentica proiettata in una dimensione tecnologicamente avanzata? E infine, quali conseguenze ha determinato o sta determinando, relativamente allo sviluppo delle nuove pratiche creative, la virtualizzazione e il conseguente ribaltamento della spazio-temporalità all’interno della relazione educativa? La proposta, che rientra nell’ambito del lavoro di ricerca che sto svolgendo, si radica su questi interrogativi legati al cambiamento dell’approccio relazionale nell’immersione del soggetto contemporaneo in una realtà ormai «liquida» (Bauman, Lyon, 2014) che, se ha una sua consistenza, continua sempre più evidentemente a dipendere dalla lente del medium online attraverso la quale viene vissuta, guardata, secondo modi che determinano una sovrapposizione tra realtà e rappresentazione, con le distorsioni che la cosa comporta e si determina mediante una riscrittura e riformulazione del contesto in cui si attua la relazione educativa. Il sociologo e filosofo francese Edgar Morin, all’interno di quella che definisce sfida digitale, parla del ribaltamento del contesto spazio-temporale che ospita le relazioni interpersonali, nel ventaglio delle diverse declinazioni settoriali (Morin, 2020). La sfida del digitale nasconde sicuramente delle criticità, dei deficit, delle mancanze e discontinuità relativi all’innovazione digitale e alla sua relativa accelerazione dettata, in prima istanza, da una situazione emergenziale, come quella pandemica (Balbi, 2022). Il processo a cui abbiamo assistito e assistiamo, anche in fase postuma rispetto a quella della piena emergenza da COVID-19, è legato all’impatto della digitalizzazione sulla società attuale. Il lavoro non vuole avere un taglio tecno- scettico, né tecno-integrato (Eco, 1964), ma si pone come unico obiettivo quello di osservare e problematizzare i fenomeni legati al cambiamento della percezione dello spazio e del tempo in quella che possiamo definire tecnosocietà. È interessante come le coordinate spazio-tempo della relazione educativa risultino smaterializzate e sovvertite dalle dinamiche computazionali, che caratterizzano la società attuale, definita ecotecnica dal filosofo Cosimo Accoto, il quale la riscrive e risignifica alla luce del processo di tecnomorfosi o metamorfosi tecnologica (Accoto, 2022).

«IX Simposio Internazionale del Centro Mondiale di Studi Umanista» (CMEH)

Simona Valenti
2023-01-01

Abstract

Il lavoro proposto intende osservare i processi distorsivi messi in atto all’interno della scena educativa, a seguito dell’esperienza della DAD (Didattica a Distanza) e della DID (Didattica Digitale Integrata). Partendo da una problematica globale e agendo localmente nella propria area di riferimento (Dubos, 1972) come va ri-significata la relazione educativo-formativa nel contesto denominato cyberspazio? Come è possibile impostare una relazione educativa autentica proiettata in una dimensione tecnologicamente avanzata? E infine, quali conseguenze ha determinato o sta determinando, relativamente allo sviluppo delle nuove pratiche creative, la virtualizzazione e il conseguente ribaltamento della spazio-temporalità all’interno della relazione educativa? La proposta, che rientra nell’ambito del lavoro di ricerca che sto svolgendo, si radica su questi interrogativi legati al cambiamento dell’approccio relazionale nell’immersione del soggetto contemporaneo in una realtà ormai «liquida» (Bauman, Lyon, 2014) che, se ha una sua consistenza, continua sempre più evidentemente a dipendere dalla lente del medium online attraverso la quale viene vissuta, guardata, secondo modi che determinano una sovrapposizione tra realtà e rappresentazione, con le distorsioni che la cosa comporta e si determina mediante una riscrittura e riformulazione del contesto in cui si attua la relazione educativa. Il sociologo e filosofo francese Edgar Morin, all’interno di quella che definisce sfida digitale, parla del ribaltamento del contesto spazio-temporale che ospita le relazioni interpersonali, nel ventaglio delle diverse declinazioni settoriali (Morin, 2020). La sfida del digitale nasconde sicuramente delle criticità, dei deficit, delle mancanze e discontinuità relativi all’innovazione digitale e alla sua relativa accelerazione dettata, in prima istanza, da una situazione emergenziale, come quella pandemica (Balbi, 2022). Il processo a cui abbiamo assistito e assistiamo, anche in fase postuma rispetto a quella della piena emergenza da COVID-19, è legato all’impatto della digitalizzazione sulla società attuale. Il lavoro non vuole avere un taglio tecno- scettico, né tecno-integrato (Eco, 1964), ma si pone come unico obiettivo quello di osservare e problematizzare i fenomeni legati al cambiamento della percezione dello spazio e del tempo in quella che possiamo definire tecnosocietà. È interessante come le coordinate spazio-tempo della relazione educativa risultino smaterializzate e sovvertite dalle dinamiche computazionali, che caratterizzano la società attuale, definita ecotecnica dal filosofo Cosimo Accoto, il quale la riscrive e risignifica alla luce del processo di tecnomorfosi o metamorfosi tecnologica (Accoto, 2022).
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