Le alluvioni rappresentano una delle pericolosità naturali più comuni che possono causare danni alle proprietà e perdite di vite umane. Come riportato nel Database dei Disastri Internazionali (EM-DAT), in Europa si sono verificati 181 eventi alluvionali negli ultimi 10 anni (2012-2022), tra cui il più significativo avvenuto nel luglio 2021 in Germania con un danno economico di 40.000.000 di dollari. In Italia, il Servizio di Gestione delle Emergenze (Copernicus) ha segnalato 16 inondazioni significative negli ultimi cinque anni (2017-2022), l’ultimo dei quali verificatosi il 15 settembre 2022 nella Regione Marche (Centro Italia), provocando la morte di 11 persone. Secondo l’ultima valutazione effettuata dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), il 93,9% dei comuni italiani è a rischio esondazione (7.423) e circa 6,8 milioni di abitanti, quasi 34.000 siti culturali e 1.549.759 edifici sono considerati a rischio. In questo contesto, la valutazione della vulnerabilità insieme a misure di mitigazione e piani efficaci di gestione delle emergenze possono ridurne l’impatto e facilitare le azioni di ripresa. Le alluvioni possono avere effetti diversi a seconda delle condizioni fisiche locali e del contesto sociale rappresentato dal tessuto socioeconomico della comunità impattata. Pertanto, l’analisi della componente sociale diventa di primaria importanza per comprendere i principali fattori che influenzano la capacità di una specifica comunità di anticipare, far fronte e riprendersi da un evento alluvionale. In questo studio viene analizzata la correlazione tra i fattori fisici e socio-economici della pericolosità alluvionale in Basilicata (Italia meridionale) attraverso un approccio statistico e geografico. La regione è caratterizzata da un forte dissesto idrogeologico (50 % dei comuni esposti) ed è stata definita una delle aree a più alto rischio su tutto il territorio nazionale. In particolare, l’area interessata da pericolosità alluvionale si estende per circa 260 km2 (2,6 % del territorio regionale) e comprende principalmente le zone collinari e la fascia costiera ionica. I risultati di questo studio sottolineano la presenza di 107.587 di abitanti che potrebbero riscontrare difficoltà nell’affrontare gli eventi alluvionali. La ricerca evidenzia l'importanza dell'integrazione tra Scienze Sociali e della Terra nel contesto della riduzione dei disastri in quanto la pianificazione delle emergenze potrebbe essere più efficiente se, invece di lavorare da singole discipline e prospettive separate, si adottino approcci multidisciplinari per arricchire la co-produzione di conoscenza del territorio e la co-gestione dei rischi.

Analisi multidimensionale del rischio alluvionale per la pianificazione delle emergenze

Isabella Lapietra;Angela Rizzo;Rosa Colacicco;Pierfrancesco Dellino;Domenico Capolongo
2023-01-01

Abstract

Le alluvioni rappresentano una delle pericolosità naturali più comuni che possono causare danni alle proprietà e perdite di vite umane. Come riportato nel Database dei Disastri Internazionali (EM-DAT), in Europa si sono verificati 181 eventi alluvionali negli ultimi 10 anni (2012-2022), tra cui il più significativo avvenuto nel luglio 2021 in Germania con un danno economico di 40.000.000 di dollari. In Italia, il Servizio di Gestione delle Emergenze (Copernicus) ha segnalato 16 inondazioni significative negli ultimi cinque anni (2017-2022), l’ultimo dei quali verificatosi il 15 settembre 2022 nella Regione Marche (Centro Italia), provocando la morte di 11 persone. Secondo l’ultima valutazione effettuata dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), il 93,9% dei comuni italiani è a rischio esondazione (7.423) e circa 6,8 milioni di abitanti, quasi 34.000 siti culturali e 1.549.759 edifici sono considerati a rischio. In questo contesto, la valutazione della vulnerabilità insieme a misure di mitigazione e piani efficaci di gestione delle emergenze possono ridurne l’impatto e facilitare le azioni di ripresa. Le alluvioni possono avere effetti diversi a seconda delle condizioni fisiche locali e del contesto sociale rappresentato dal tessuto socioeconomico della comunità impattata. Pertanto, l’analisi della componente sociale diventa di primaria importanza per comprendere i principali fattori che influenzano la capacità di una specifica comunità di anticipare, far fronte e riprendersi da un evento alluvionale. In questo studio viene analizzata la correlazione tra i fattori fisici e socio-economici della pericolosità alluvionale in Basilicata (Italia meridionale) attraverso un approccio statistico e geografico. La regione è caratterizzata da un forte dissesto idrogeologico (50 % dei comuni esposti) ed è stata definita una delle aree a più alto rischio su tutto il territorio nazionale. In particolare, l’area interessata da pericolosità alluvionale si estende per circa 260 km2 (2,6 % del territorio regionale) e comprende principalmente le zone collinari e la fascia costiera ionica. I risultati di questo studio sottolineano la presenza di 107.587 di abitanti che potrebbero riscontrare difficoltà nell’affrontare gli eventi alluvionali. La ricerca evidenzia l'importanza dell'integrazione tra Scienze Sociali e della Terra nel contesto della riduzione dei disastri in quanto la pianificazione delle emergenze potrebbe essere più efficiente se, invece di lavorare da singole discipline e prospettive separate, si adottino approcci multidisciplinari per arricchire la co-produzione di conoscenza del territorio e la co-gestione dei rischi.
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