In Puglia la raccolta di piante selvatiche è una pratica molto antica e diffusa. Nell'area Garganica, situata nella parte settentrionale della regione, sono circa 270 le specie raccolte e tra di esse Salicornia patula Duval-Jouve (gruppo S. europaea), nota come asparago di mare, è sicuramente degna di menzione. Questa specie alofila occupa, lungo le lagune costiere, le parti delle distese paludose che in inverno sono inondate dal mare e che si diseccano in estate. Utilizzata sin dall'800 nella medicina popolare per il trattamento di disturbi intestinali e nefropatie oltre che per il suo consumo a fini culinari e per l'alimentazione del bestiame, tale specie è stata inclusa nella lista di Prodotti Tradizionali Regionali pugliesi dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (MiPAAF). Obiettivo del presente lavoro è stato quello di condurre un'indagine preliminare sulla domesticazione e sulle tecniche di coltivazione di S. patula sul Gargano poiché al momento non è stata riportata alcuna segnalazione inerente alla coltivazione di tale specie in Italia. Dalle testimonianze degli agricoltori, proprietari di piccole aziende conserviere e ristoranti è emerso che tale pianta, raccolta da tempi remoti allo stato selvatico, ha iniziato ad essere domesticata per il consumo familiare circa quarant'an? ni fa nei piccoli fazzoletti di terra paludoso-salmastri situati intorno alla laguna di Lesina. Negli ultimi anni però, la crescente domanda di mercato per il suo consumo, sia allo stato fresco che trasformato, ha incoraggiato alcuni agricoltori locali a incrementare la superficie destinata alla S. patula per la sua commercializzazione. Caratteristiche peculiari di questa coltura, rispetto a quelle tradizionali, sembrano essere: tolleranza a salinità, siccità e alte temperature; resistenza a fitopatie; competizione nei confronti delle infestanti; basso fabbisogno di input energetico. La sua coltivazione si basa solo sull'esperienza maturata dal singolo tore e, al momento, non sono ancora state messe a punto tecniche agronomiche volte ad ottimizzare la resa della coltura, la qualità del prodotto e la stabilità della produzione. Attualmente non sono stati selezionati genotipi che esprimono caratteristiche qualitative superiori. Concludendo, possiamo suggerire che S. patula, tenendo ben presente le criticità citate, potrebbe costituire una nuova coltura da reddito per la valorizzazione delle aree agricole marginali. La maggior parte della popolazione del Gargano vive di agricoltura e turismo e questo ortaggio potrebbe soddisfare anche la domanda del turismo gastronomico oggi sempre più orientato alla degustazione di prodotti tipici e di piatti tradizionali o rivisitati secondo una visione più moderna.
Domesticazione della Salicornia patula Duval-Jouve nel territorio garganico
Valeria Tomaselli;
2018-01-01
Abstract
In Puglia la raccolta di piante selvatiche è una pratica molto antica e diffusa. Nell'area Garganica, situata nella parte settentrionale della regione, sono circa 270 le specie raccolte e tra di esse Salicornia patula Duval-Jouve (gruppo S. europaea), nota come asparago di mare, è sicuramente degna di menzione. Questa specie alofila occupa, lungo le lagune costiere, le parti delle distese paludose che in inverno sono inondate dal mare e che si diseccano in estate. Utilizzata sin dall'800 nella medicina popolare per il trattamento di disturbi intestinali e nefropatie oltre che per il suo consumo a fini culinari e per l'alimentazione del bestiame, tale specie è stata inclusa nella lista di Prodotti Tradizionali Regionali pugliesi dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (MiPAAF). Obiettivo del presente lavoro è stato quello di condurre un'indagine preliminare sulla domesticazione e sulle tecniche di coltivazione di S. patula sul Gargano poiché al momento non è stata riportata alcuna segnalazione inerente alla coltivazione di tale specie in Italia. Dalle testimonianze degli agricoltori, proprietari di piccole aziende conserviere e ristoranti è emerso che tale pianta, raccolta da tempi remoti allo stato selvatico, ha iniziato ad essere domesticata per il consumo familiare circa quarant'an? ni fa nei piccoli fazzoletti di terra paludoso-salmastri situati intorno alla laguna di Lesina. Negli ultimi anni però, la crescente domanda di mercato per il suo consumo, sia allo stato fresco che trasformato, ha incoraggiato alcuni agricoltori locali a incrementare la superficie destinata alla S. patula per la sua commercializzazione. Caratteristiche peculiari di questa coltura, rispetto a quelle tradizionali, sembrano essere: tolleranza a salinità, siccità e alte temperature; resistenza a fitopatie; competizione nei confronti delle infestanti; basso fabbisogno di input energetico. La sua coltivazione si basa solo sull'esperienza maturata dal singolo tore e, al momento, non sono ancora state messe a punto tecniche agronomiche volte ad ottimizzare la resa della coltura, la qualità del prodotto e la stabilità della produzione. Attualmente non sono stati selezionati genotipi che esprimono caratteristiche qualitative superiori. Concludendo, possiamo suggerire che S. patula, tenendo ben presente le criticità citate, potrebbe costituire una nuova coltura da reddito per la valorizzazione delle aree agricole marginali. La maggior parte della popolazione del Gargano vive di agricoltura e turismo e questo ortaggio potrebbe soddisfare anche la domanda del turismo gastronomico oggi sempre più orientato alla degustazione di prodotti tipici e di piatti tradizionali o rivisitati secondo una visione più moderna.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.