Qual è il rischio per la salute umana nell‟impiego di suoli contaminati da arsenico (As) in agricoltura o per il pascolo? Come è noto, non è tanto la concentrazione totale del contaminante a costituire di per sé una minaccia, quanto la sua distribuzione nelle diverse forme chimiche (speciazione), che ne influenza la frazione biodisponibile e quindi le sue possibilità di entrare nella filiera alimentare. E‟ in questa direzione che si muove il presente lavoro, volto a determinare il rischio reale che deriva dalla presenza di As in suoli campionati in aree pertinenti ad ex attività industriali (Scarlino, GR) e minerarie (Valle Anzasca, VB), con concentrazioni tra le decine ad alcune migliaia di ppm. È così stato adottato un duplice approccio, mirato ad ottenere da un lato una puntuale caratterizzazione chimico-mineralogica dei suoli stessi e quindi informazioni circa la speciazione dell‟As, dall‟altro a valutarne la biodisponibilità e l‟ecotossicità. Le analisi chimiche e mineralogiche dei suoli sono effettuate mediante tecniche che impiegano radiazione X; in particolare la caratterizzazione chimica in situ viene condotta tramite spettrometria di fluorescenza portatile con rivelatore a dispersione di energia (ED-pXRF), e in laboratorio mediante dispersione di lunghezza d‟onda (WD-XRF). In via preliminare esse hanno permesso di individuare nei suoli di Valle Anzasca una certa correlazione tre le concentrazioni rispettivamente di As e Fe e di As e S. La caratterizzazione mineralogica è invece condotta con un diffrattometro di raggi X su polvere (XRPD), introducendo corindone (Al2O3) come standard interno per la quantitativa. Non sono stati però rivelati minerali dell‟As, per via della loro scarsa concentrazione. Anche a questo proposito, sono in atto procedure di estrazione sequenziale (metodo Wenzel), per valutare la maggiore o minore mobilità dell‟As, ma pure ottenere informazioni complementari circa i minerali dell‟As presenti (ad esempio è stato individuato pentossido di As in un campione di Scarlino). Ulteriori dati circa la distribuzione dell‟As nei suoli vengono ottenuti per mezzo di una microfluorescenza di raggi X (ED-μXRF), effettuando scansioni dei suoli in sezione sottile. La biodisponibilità viene valutata utilizzando lombrichi epigeici della specie Eisenia andrei (Bouché), esposti a microcosmi contaminati e sottoposti ad analisi dei fluidi celomatici mediante TXRF e della distribuzione dell‟elemento nel corpo mediante ED-μXRF.
Suoli contaminati da As: l’importanza di speciazione e biodisponibilità per la valutazione del rischio reale
PORFIDO, CARLO;PANZARINO, ONOFRIO;ALLEGRETTA, IGNAZIO;TERZANO, ROBERTO;SPAGNUOLO, Matteo
2015-01-01
Abstract
Qual è il rischio per la salute umana nell‟impiego di suoli contaminati da arsenico (As) in agricoltura o per il pascolo? Come è noto, non è tanto la concentrazione totale del contaminante a costituire di per sé una minaccia, quanto la sua distribuzione nelle diverse forme chimiche (speciazione), che ne influenza la frazione biodisponibile e quindi le sue possibilità di entrare nella filiera alimentare. E‟ in questa direzione che si muove il presente lavoro, volto a determinare il rischio reale che deriva dalla presenza di As in suoli campionati in aree pertinenti ad ex attività industriali (Scarlino, GR) e minerarie (Valle Anzasca, VB), con concentrazioni tra le decine ad alcune migliaia di ppm. È così stato adottato un duplice approccio, mirato ad ottenere da un lato una puntuale caratterizzazione chimico-mineralogica dei suoli stessi e quindi informazioni circa la speciazione dell‟As, dall‟altro a valutarne la biodisponibilità e l‟ecotossicità. Le analisi chimiche e mineralogiche dei suoli sono effettuate mediante tecniche che impiegano radiazione X; in particolare la caratterizzazione chimica in situ viene condotta tramite spettrometria di fluorescenza portatile con rivelatore a dispersione di energia (ED-pXRF), e in laboratorio mediante dispersione di lunghezza d‟onda (WD-XRF). In via preliminare esse hanno permesso di individuare nei suoli di Valle Anzasca una certa correlazione tre le concentrazioni rispettivamente di As e Fe e di As e S. La caratterizzazione mineralogica è invece condotta con un diffrattometro di raggi X su polvere (XRPD), introducendo corindone (Al2O3) come standard interno per la quantitativa. Non sono stati però rivelati minerali dell‟As, per via della loro scarsa concentrazione. Anche a questo proposito, sono in atto procedure di estrazione sequenziale (metodo Wenzel), per valutare la maggiore o minore mobilità dell‟As, ma pure ottenere informazioni complementari circa i minerali dell‟As presenti (ad esempio è stato individuato pentossido di As in un campione di Scarlino). Ulteriori dati circa la distribuzione dell‟As nei suoli vengono ottenuti per mezzo di una microfluorescenza di raggi X (ED-μXRF), effettuando scansioni dei suoli in sezione sottile. La biodisponibilità viene valutata utilizzando lombrichi epigeici della specie Eisenia andrei (Bouché), esposti a microcosmi contaminati e sottoposti ad analisi dei fluidi celomatici mediante TXRF e della distribuzione dell‟elemento nel corpo mediante ED-μXRF.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.