Il contributo esamina un interessante manoscritto slavo ecclesiastico di redazione serba della raccolta del conte Luigi Ferdinando Marsili (1658-1730) donata all'Università di Bologna. Il manoscritto, cartaceo e di piccole dimensioni, si presenta come un miscellaneo organizzato in cui un ignoto artefice ha radunato fascicoli diversi per origine ed epoca di copia contenenti testi calendariali di vario genere (dal calendario perpetuo alle tavole pasquali con un menologio ordinato a partire da marzo, con dati astronomici, astrologici e cultuali), un testo storico, brevi traduzioni di testi patristici. Notevole la presenza di annotazioni come scritture accessorie negli spazi lasciati agrafti dal lavoro principale di copia perché testimonia degli usi e delle vicissitudini del codice, assimilabile alla tipologia di codice-biblioteca in cui l'artefice ha raccolto testi di proprio interesse o di interesse del destinatario. Non si esclude infatti che l'artefice materiale provenisse dall'ambito serbo-musulmano o serbo-turco e che non conoscesse lo slavo ecclesiastico, per via di un errore commesso nella sequenza dei fogli e della numerazione apposta con le antiche cifre arabe in uso nel milieu balcanico musulmano. L'interesse del Marsili per il codice fu dettato principalmente dalla presenza del testo storico, all'epoca in cui egli era plenipotenziario dell'imperatore Leopoldo nella commissione che doveva tracciare i confini dettati dalla pace di Karlowitz (1699), ma anche dai testi di natura astronomica.

Srednjovekovni srpski knjizevni tekstovi u biblioteci grofa Marsiljija

LOMAGISTRO, Barbara
2011-01-01

Abstract

Il contributo esamina un interessante manoscritto slavo ecclesiastico di redazione serba della raccolta del conte Luigi Ferdinando Marsili (1658-1730) donata all'Università di Bologna. Il manoscritto, cartaceo e di piccole dimensioni, si presenta come un miscellaneo organizzato in cui un ignoto artefice ha radunato fascicoli diversi per origine ed epoca di copia contenenti testi calendariali di vario genere (dal calendario perpetuo alle tavole pasquali con un menologio ordinato a partire da marzo, con dati astronomici, astrologici e cultuali), un testo storico, brevi traduzioni di testi patristici. Notevole la presenza di annotazioni come scritture accessorie negli spazi lasciati agrafti dal lavoro principale di copia perché testimonia degli usi e delle vicissitudini del codice, assimilabile alla tipologia di codice-biblioteca in cui l'artefice ha raccolto testi di proprio interesse o di interesse del destinatario. Non si esclude infatti che l'artefice materiale provenisse dall'ambito serbo-musulmano o serbo-turco e che non conoscesse lo slavo ecclesiastico, per via di un errore commesso nella sequenza dei fogli e della numerazione apposta con le antiche cifre arabe in uso nel milieu balcanico musulmano. L'interesse del Marsili per il codice fu dettato principalmente dalla presenza del testo storico, all'epoca in cui egli era plenipotenziario dell'imperatore Leopoldo nella commissione che doveva tracciare i confini dettati dalla pace di Karlowitz (1699), ma anche dai testi di natura astronomica.
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