Il contributo si inserisce nell’ambito di una ricerca volta ad indagare il possibile dialogo virtuoso tra politiche di conciliazione vita-lavoro e interventi tesi ad incidere sui tempi delle città. Il saggio si occupa, in particolare, di evidenziare i riflessi che l’adozione di politiche di flessibilizzazione dei servizi a vantaggio dell’utenza, per favorire la conciliazione vita-lavoro, implica sul piano della gestione del personale dell’ente che li eroga. Per adottare misure rivolte ad intercettare quei bisogni delle cittadine e dei cittadini che emergono relativamente alla sfera della conciliazione vita-lavoro, si dovrà richiedere a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori impegnati nello svolgimento di quelle attività tanta più flessibilità nell’organizzazione dei tempi di lavoro. Il Comune, allora, dovrà fare attenzione a non disattendere le analoghe esigenze di conciliazione del proprio personale. Si analizzano, quindi, i vincoli legali e contrattuali all’articolazione flessibile dell’orario di lavoro e il ruolo cardine assunto dalla dirigenza nella gestione della flessibilità dei tempi. Conclude il lavoro un’indagine empirica sulla contrattazione di secondo livello, che mostra come quello che sarebbe dovuto essere lo strumento principale per coniugare esigenze organizzative dell’amministrazione con istanze di conciliazione dei lavoratori, abbia troppo spesso abdicato a tale competenza e necessiterebbe, pertanto, di un adeguato rilancio.
La flessibilità degli orari per la conciliazione dei tempi di vita e lavoro: l’organizzazione municipale
SPINELLI, Carla
2009-01-01
Abstract
Il contributo si inserisce nell’ambito di una ricerca volta ad indagare il possibile dialogo virtuoso tra politiche di conciliazione vita-lavoro e interventi tesi ad incidere sui tempi delle città. Il saggio si occupa, in particolare, di evidenziare i riflessi che l’adozione di politiche di flessibilizzazione dei servizi a vantaggio dell’utenza, per favorire la conciliazione vita-lavoro, implica sul piano della gestione del personale dell’ente che li eroga. Per adottare misure rivolte ad intercettare quei bisogni delle cittadine e dei cittadini che emergono relativamente alla sfera della conciliazione vita-lavoro, si dovrà richiedere a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori impegnati nello svolgimento di quelle attività tanta più flessibilità nell’organizzazione dei tempi di lavoro. Il Comune, allora, dovrà fare attenzione a non disattendere le analoghe esigenze di conciliazione del proprio personale. Si analizzano, quindi, i vincoli legali e contrattuali all’articolazione flessibile dell’orario di lavoro e il ruolo cardine assunto dalla dirigenza nella gestione della flessibilità dei tempi. Conclude il lavoro un’indagine empirica sulla contrattazione di secondo livello, che mostra come quello che sarebbe dovuto essere lo strumento principale per coniugare esigenze organizzative dell’amministrazione con istanze di conciliazione dei lavoratori, abbia troppo spesso abdicato a tale competenza e necessiterebbe, pertanto, di un adeguato rilancio.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.