In una dimensione pluridirezionale degli studi intorno alla figura di Costantino, l’intento del contributo è quello di offrire una lettura della visione religiosa dell’imperatore attraverso l’analisi dei documenti, che accompagnano lo svolgimento dei concilii, indetti o sollecitati dal potere secolare per affrontare il «grave» problema dell’eresia. Decisivo risulta essere il ruolo di Costantino nel processo di costruzione di categorie normative fondate sull’«alterità religiosa», in un percorso che, nell’ottica dell’identificazione della «verità» con Dio, traccia inevitabilmente il confine tra ortodossia ed eterodossia. Il sostegno fermo di Costantino è per quell’Ecclesia, riconosciuta dal potere civile quale professante la fede unificante e che, nella comune prospettiva, si propone di recuperare gli erranti. Ciò si riflette sul piano giuridico, dove la discriminazione tra cattolici e «dissidenti», in un crescendo significativo nell’arco della politica costantiniana, porterà a sempre più evidenti situazioni di privilegio e di immunità per gli «autentici» osservanti della legge cattolica nonché alla repressione dell’impiorum genus, in uno scenario prodromico della qualificazione dell’eresia quale crimen publicum. Il dissenso religioso costituisce un fenomeno complesso, esplicando i suoi effetti, oltre che in campo dottrinale, pure sotto l’aspetto più esterno dei rapporti che andavano ad instaurarsi tra sacerdotium e imperium.
Costantino e il dissenso: i concilii e la sua visione sociale
VENTRELLA, Carmela
2015-01-01
Abstract
In una dimensione pluridirezionale degli studi intorno alla figura di Costantino, l’intento del contributo è quello di offrire una lettura della visione religiosa dell’imperatore attraverso l’analisi dei documenti, che accompagnano lo svolgimento dei concilii, indetti o sollecitati dal potere secolare per affrontare il «grave» problema dell’eresia. Decisivo risulta essere il ruolo di Costantino nel processo di costruzione di categorie normative fondate sull’«alterità religiosa», in un percorso che, nell’ottica dell’identificazione della «verità» con Dio, traccia inevitabilmente il confine tra ortodossia ed eterodossia. Il sostegno fermo di Costantino è per quell’Ecclesia, riconosciuta dal potere civile quale professante la fede unificante e che, nella comune prospettiva, si propone di recuperare gli erranti. Ciò si riflette sul piano giuridico, dove la discriminazione tra cattolici e «dissidenti», in un crescendo significativo nell’arco della politica costantiniana, porterà a sempre più evidenti situazioni di privilegio e di immunità per gli «autentici» osservanti della legge cattolica nonché alla repressione dell’impiorum genus, in uno scenario prodromico della qualificazione dell’eresia quale crimen publicum. Il dissenso religioso costituisce un fenomeno complesso, esplicando i suoi effetti, oltre che in campo dottrinale, pure sotto l’aspetto più esterno dei rapporti che andavano ad instaurarsi tra sacerdotium e imperium.File | Dimensione | Formato | |
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