Bartolomeo Sacchi (detto il Platina) rappresenta un prezioso testimone della stagione dell’Umanesimo curiale. La sua vicenda umana, divenuta oggetto dell’interesse di molti studiosi in ragione del coinvolgimento dell’umanista nella presunta congiura dell’Accademia pomponiana del 1468, non si disgiunge mai dalla sua produzione letteraria. Nel trattato politico De principe (1470), simbiotico e quasi speculare rispetto al più tardo dialogo De optimo cive (1474), Platina tratteggia i caratteri del principe ideale, poi ottimo cittadino, servendosi del ricco repertorio di motivi e suggestioni, anche stilistiche, provenienti dalla tradizione classica, e più specificamente dai modelli di Senofonte, Plutarco, Cicerone. Nel contesto di una scoperta in nuovi termini della tradizione civile, Platina coscienza critica del principato di Paolo II, trasfonde nella sua trattazione politica elementi storici contemporanei. Il proposito delle sue scritture, che fanno l’eco a quelle di Poggio Bracciolini e Matteo Palmieri, è quello della costituzione e teorizzazione di un nuovo genere di Institutio principis che prelude e contiene già in sé i fermenti della riflessione politica machiavelliana. I temi della prudenza, della giustizia, della simulazione si presentano al lettore in una nuova veste che pur memore della tradizione aristotelica escogita nuovi significati più aderenti alla dimensione terrena e mondana rivalutata anche attraverso la filosofia platonica.

La scrittura politica di ‘Bartolomeo Platina’ (1421-1481): fra la tradizione dei classici e l’innovazione umanistica

Mitarotondo Laura
2010-01-01

Abstract

Bartolomeo Sacchi (detto il Platina) rappresenta un prezioso testimone della stagione dell’Umanesimo curiale. La sua vicenda umana, divenuta oggetto dell’interesse di molti studiosi in ragione del coinvolgimento dell’umanista nella presunta congiura dell’Accademia pomponiana del 1468, non si disgiunge mai dalla sua produzione letteraria. Nel trattato politico De principe (1470), simbiotico e quasi speculare rispetto al più tardo dialogo De optimo cive (1474), Platina tratteggia i caratteri del principe ideale, poi ottimo cittadino, servendosi del ricco repertorio di motivi e suggestioni, anche stilistiche, provenienti dalla tradizione classica, e più specificamente dai modelli di Senofonte, Plutarco, Cicerone. Nel contesto di una scoperta in nuovi termini della tradizione civile, Platina coscienza critica del principato di Paolo II, trasfonde nella sua trattazione politica elementi storici contemporanei. Il proposito delle sue scritture, che fanno l’eco a quelle di Poggio Bracciolini e Matteo Palmieri, è quello della costituzione e teorizzazione di un nuovo genere di Institutio principis che prelude e contiene già in sé i fermenti della riflessione politica machiavelliana. I temi della prudenza, della giustizia, della simulazione si presentano al lettore in una nuova veste che pur memore della tradizione aristotelica escogita nuovi significati più aderenti alla dimensione terrena e mondana rivalutata anche attraverso la filosofia platonica.
2010
978-0-86698-434-8
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