L’esame delle testimonianze architettoniche dell’arco cronologico considerato ha permesso di evidenziare soluzioni icnografiche improntate ora a modelli comuni ora maturate in territori anche lontani, affiancate nel contempo a sperimentazioni locali. Nonostante la maggior parte delle strutture rimangano a livello di fondazione, o comunque risulti priva di coperture, per alcuni edifici è ipotizzabile una copertura a capriate lignee o cupoliformi; in questo secondo caso derivata da modelli di architettura a pianta centrale di tradizione romana. Oltre a ambienti che precedevano la chiesa, solitamente a tre navate, e altri che la affiancavano, soprattutto tra V e VI secolo, l’influenza derivata dal mondo bizantino si coglie nell’adozione di alcune soluzioni particolari: l’abside rettangolare o poligonale esternamente e semicircolare all’interno, le bifore in facciata, i pastophoria; anche le intitolazioni e la loro ubicazione in zone bizantine sono spia degli esiti della guerra greco-gotica che nel Salento ha lasciato diverse testimonianze. I grandi edifici a pianta centrale assolvono funzioni diverse (chiese e battisteri) e adottano particolari planimetrie (doppio tetraconco per San Leucio a Canosa). Gli edifici erano poi corredati da una suppellettile scultorea quasi sempre di importazione dal mondo bizantino sia per il marmo impiegato sia per i motivi decorativi utilizzati; anche i rivestimenti pavimentali a mosaico riprendono schemi usuali nell’area mediterranea, in specie greca (cattedrale di VI secolo di Bari). Nell’alto medioevo fa la sua comparsa un modello icnografico del tutto nuovo, applicato soprattutto in edifici di piccole dimensioni; questo prevede una copertura a cupole in asse sull’unica navata o su quella centrale nel caso di edifici trinavati. Si tratta di una soluzione sperimentata in Puglia già a partire probabilmente dal VII secolo (San Pietro di Crepacore) e che nell’edificio di Seppannibale (fine VIII secolo) propone il modello più evoluto.
La cultura artistica nella Puglia centro-settentrionale tra IV e VIII secolo: modelli occidentali, orientali, autoctoni
BERTELLI, Gioia
2012-01-01
Abstract
L’esame delle testimonianze architettoniche dell’arco cronologico considerato ha permesso di evidenziare soluzioni icnografiche improntate ora a modelli comuni ora maturate in territori anche lontani, affiancate nel contempo a sperimentazioni locali. Nonostante la maggior parte delle strutture rimangano a livello di fondazione, o comunque risulti priva di coperture, per alcuni edifici è ipotizzabile una copertura a capriate lignee o cupoliformi; in questo secondo caso derivata da modelli di architettura a pianta centrale di tradizione romana. Oltre a ambienti che precedevano la chiesa, solitamente a tre navate, e altri che la affiancavano, soprattutto tra V e VI secolo, l’influenza derivata dal mondo bizantino si coglie nell’adozione di alcune soluzioni particolari: l’abside rettangolare o poligonale esternamente e semicircolare all’interno, le bifore in facciata, i pastophoria; anche le intitolazioni e la loro ubicazione in zone bizantine sono spia degli esiti della guerra greco-gotica che nel Salento ha lasciato diverse testimonianze. I grandi edifici a pianta centrale assolvono funzioni diverse (chiese e battisteri) e adottano particolari planimetrie (doppio tetraconco per San Leucio a Canosa). Gli edifici erano poi corredati da una suppellettile scultorea quasi sempre di importazione dal mondo bizantino sia per il marmo impiegato sia per i motivi decorativi utilizzati; anche i rivestimenti pavimentali a mosaico riprendono schemi usuali nell’area mediterranea, in specie greca (cattedrale di VI secolo di Bari). Nell’alto medioevo fa la sua comparsa un modello icnografico del tutto nuovo, applicato soprattutto in edifici di piccole dimensioni; questo prevede una copertura a cupole in asse sull’unica navata o su quella centrale nel caso di edifici trinavati. Si tratta di una soluzione sperimentata in Puglia già a partire probabilmente dal VII secolo (San Pietro di Crepacore) e che nell’edificio di Seppannibale (fine VIII secolo) propone il modello più evoluto.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.