Agli inizi di dicembre 2022, presso il Liceo Statale "Majorana-Laterza" di Putignano, si è svolta la presentazione del volumetto Arriva Godot (Tagann Godot, 1991) dello scrittore irlandese Alan Titley, una tragicommedia in due atti già tradotta dal gaelico da Rosangela Barone nel lontano 1999 ed infine ripubblicata in una versione aggiornata da Schena Editore nel settembre del 2022; in quell'occasione mi è stato chiesto di introdurre l'opera, alla presenza dell'autore stesso e della traduttrice, circostanza che ha generato una riflessione più ampia sulle specificità legate alla traduzione per il teatro, genere in cui i criteri di speakability e performability diventano cruciali nell'orientare le scelte linguistiche del traduttore. In secondo luogo, trasporre un testo così fortemente radicato nella sua cultura d'origine in un'altra lingua significa interrogarsi sul concetto di "lotta" del testo e di "resistenza" alla traduzione: oscillando tra necessità di addomesticamento e volontà di estraniamento, Rosangela Barone è riuscita a restituire al lettore italiano la complessità dell'opera di Titley, tutta giocata su giochi di parole e funambolismi linguistici, doppi sensi e neologismi, per non parlare dei continui e pervasivi riferimenti al folklore irlandese (con tutto il suo ricco bagaglio di detti, proverbi, canzoni popolari, fiabe della tradizione gaelica), ma anche alla letteratura e alla poesia contemporanea irlandese.
“Tagann Godot di Alan Titley tradotto in italiano da Rosangela Barone: la lotta del testo tra funambolismi linguistici e folklore irlandese”
Mariacristina Petillo
2024-01-01
Abstract
Agli inizi di dicembre 2022, presso il Liceo Statale "Majorana-Laterza" di Putignano, si è svolta la presentazione del volumetto Arriva Godot (Tagann Godot, 1991) dello scrittore irlandese Alan Titley, una tragicommedia in due atti già tradotta dal gaelico da Rosangela Barone nel lontano 1999 ed infine ripubblicata in una versione aggiornata da Schena Editore nel settembre del 2022; in quell'occasione mi è stato chiesto di introdurre l'opera, alla presenza dell'autore stesso e della traduttrice, circostanza che ha generato una riflessione più ampia sulle specificità legate alla traduzione per il teatro, genere in cui i criteri di speakability e performability diventano cruciali nell'orientare le scelte linguistiche del traduttore. In secondo luogo, trasporre un testo così fortemente radicato nella sua cultura d'origine in un'altra lingua significa interrogarsi sul concetto di "lotta" del testo e di "resistenza" alla traduzione: oscillando tra necessità di addomesticamento e volontà di estraniamento, Rosangela Barone è riuscita a restituire al lettore italiano la complessità dell'opera di Titley, tutta giocata su giochi di parole e funambolismi linguistici, doppi sensi e neologismi, per non parlare dei continui e pervasivi riferimenti al folklore irlandese (con tutto il suo ricco bagaglio di detti, proverbi, canzoni popolari, fiabe della tradizione gaelica), ma anche alla letteratura e alla poesia contemporanea irlandese.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


