Nel teatro di Fo, in cui il punto di vista degli umili assume la massima focalizzazione, viene delineato un popolo che fa del potere dissacrante della satira una forma di opposizione alle prevaricazioni. Nel testo-simbolo la ‘Nascita del giullare’, la prospettiva di colui che viene offeso dall’arroganza del più forte assurge a ottica totalizzante con cui viene guardata la storia umana segnata da conflitti, nei quali i più deboli utilizzano l’arma non violenta della satira, che smaschera la miseria del potere dispotico. In tale prospettiva, il Cristo non è quello storico delle Sacre Scritture, ma quello costruito dall’immaginario collettivo di una comunità che si ribella alle ingiustizie. Quando Fo mette in scena in RAI il suo Mistero Buffo, immancabile, si leva la censura da parte del mondo cattolico. Fo risponderà alle accuse affermando che nei testi medievali ha incontrato troppo spesso, per poterlo ignorare, un Cristo trasformato dal popolo in una sorta di eroe da opporre ai potenti e alle gerarchie ecclesiastiche. Un Dio che, donando al povero l’arma potentissima della satira, lo trasforma da contadino in giullare, permettendogli, in tal modo, di riscattare la sua esistenza e riconquistare una dignità perduta.
Satira e conflitti nel teatro di Dario Fo
Gabriella Capozza
Writing – Original Draft Preparation
2024-01-01
Abstract
Nel teatro di Fo, in cui il punto di vista degli umili assume la massima focalizzazione, viene delineato un popolo che fa del potere dissacrante della satira una forma di opposizione alle prevaricazioni. Nel testo-simbolo la ‘Nascita del giullare’, la prospettiva di colui che viene offeso dall’arroganza del più forte assurge a ottica totalizzante con cui viene guardata la storia umana segnata da conflitti, nei quali i più deboli utilizzano l’arma non violenta della satira, che smaschera la miseria del potere dispotico. In tale prospettiva, il Cristo non è quello storico delle Sacre Scritture, ma quello costruito dall’immaginario collettivo di una comunità che si ribella alle ingiustizie. Quando Fo mette in scena in RAI il suo Mistero Buffo, immancabile, si leva la censura da parte del mondo cattolico. Fo risponderà alle accuse affermando che nei testi medievali ha incontrato troppo spesso, per poterlo ignorare, un Cristo trasformato dal popolo in una sorta di eroe da opporre ai potenti e alle gerarchie ecclesiastiche. Un Dio che, donando al povero l’arma potentissima della satira, lo trasforma da contadino in giullare, permettendogli, in tal modo, di riscattare la sua esistenza e riconquistare una dignità perduta.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


