Ragionare oggi attorno al tema della partecipazione e della cittadinanza significa radicare, in particolare nell’esperienza pandemica, l’azione educativa in una lettura e in un’analisi scrupolosa del territorio e orientare la ricerca verso scenari metodologici che recuperino le domande di senso di una pedagogia fenomenologicamente fondata. Italo Calvino ne Le città invisibili scriveva che “d’una città non godi le sette o le settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda”: Come ripensare in chiave fenomenologica la città? Quali processi educativi è possibile attivare a partire dalla riappropriazione e riscoperta degli spazi di vita? Il contributo intende abitare tali interrogativi attraverso una duplice prospettiva: 1) formare educatori e insegnanti a un atteggiamento di ricerca di matrice fenomenologica che permetta di recuperare le infinite possibilità che sgorgano nell’interrelazione tra educazione e spazio fisico-relazionale in cui radicare le esperienze educative 2) innescare processi democratici che coinvolgano bambini, ragazzi e adulti nella costruzione di una narrazione comune che faccia della città la più alta concretizzazione di una educazione alla politica.
Per una lettura fenomenologica delle città (in)visibili. Esplorare le possibilità negli spazi educativi (in)editi
giovanni d'Elia
2023-01-01
Abstract
Ragionare oggi attorno al tema della partecipazione e della cittadinanza significa radicare, in particolare nell’esperienza pandemica, l’azione educativa in una lettura e in un’analisi scrupolosa del territorio e orientare la ricerca verso scenari metodologici che recuperino le domande di senso di una pedagogia fenomenologicamente fondata. Italo Calvino ne Le città invisibili scriveva che “d’una città non godi le sette o le settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda”: Come ripensare in chiave fenomenologica la città? Quali processi educativi è possibile attivare a partire dalla riappropriazione e riscoperta degli spazi di vita? Il contributo intende abitare tali interrogativi attraverso una duplice prospettiva: 1) formare educatori e insegnanti a un atteggiamento di ricerca di matrice fenomenologica che permetta di recuperare le infinite possibilità che sgorgano nell’interrelazione tra educazione e spazio fisico-relazionale in cui radicare le esperienze educative 2) innescare processi democratici che coinvolgano bambini, ragazzi e adulti nella costruzione di una narrazione comune che faccia della città la più alta concretizzazione di una educazione alla politica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.