Le dune costiere sono fondamentali da un punto di vista naturalistico ed ecologico e svolgono numerosi servizi ecosistemici. Questi ecotoni sono però estremamente fragili e minacciati dalla presenza antropica. Ciò può portare ad un loro impoverimento e, di conseguenza, al verificarsi di fenomeni quali l’erosione costiera accelerata. L’IN, che prevede l’uso di piante autoctone vive e materiali naturali inerti, può essere una valida soluzione per contrastare la vulnerabilità idrogeologica nelle aree costiere a rischio. Aspetto molto importante di questi interventi è legato alla scelta delle specie autoctone più idonee sulla base di alcune specifiche caratteristiche relative alle tecniche di riproduzione e allo sviluppo sia in vivaio che in pieno campo. Questo studio è mirato a fornire approfondimenti circa la realizzazione di un’opera di IN in un contesto dunale e ad analizzare la capacità riproduttiva e la velocità di sviluppo (in vivaio e in campo) di alcune specie autoctone selezionate. Juniperus phoenicea L., Juniperus macrocarpa Sm., Pistacia lentiscus L., Tamarix africana Poir. e Tamarix gallica L. sono state le specie arbustive selezionate mentre Ammophila arenaria (L.) Link, Sporobolus pungens (Schreb.) Kunth., Agropyron junceum (L.) P. Beauv., Eryngium maritimum L., Calystegia soldanella (L.) R. Br. e Pancratium maritimum L. sono state le analoghe specie erbacee. Per quanto riguarda le specie arbustive, la riproduzione da seme e per talea si sono rivelati i migliori metodi di propagazione con un'efficienza fino al 90%. I metodi di propagazione agamica, invece, sono stati più efficienti (80–90%) per le specie erbacee. Dopo il trapianto tutte le specie hanno mostrato un periodo di adattamento alle nuove condizioni climatiche ed edafiche. In particolare, Pistacia lentiscus L. ha subito un disseccamento seguito da una fase di emissione di germogli radicali. Per quanto riguarda gli interventi con materiale inerte, si segnala l’effetto positivo della viminata al piede nell’instaurare un processo di accumulo di sabbia. In particolare nell’estate del 2022 la progressione di questo processo ha portato a un quasi totale ricoprimento della viminata ed alla ricolonizzazione dell’area da parte di specie erbacee.
Tecniche di Ingegneria Naturalistica per il ripristino di aree costiere soggette ad erosione
G. F. Ricci;M. Chiarulli;G. Romano;F. Gentile
2023-01-01
Abstract
Le dune costiere sono fondamentali da un punto di vista naturalistico ed ecologico e svolgono numerosi servizi ecosistemici. Questi ecotoni sono però estremamente fragili e minacciati dalla presenza antropica. Ciò può portare ad un loro impoverimento e, di conseguenza, al verificarsi di fenomeni quali l’erosione costiera accelerata. L’IN, che prevede l’uso di piante autoctone vive e materiali naturali inerti, può essere una valida soluzione per contrastare la vulnerabilità idrogeologica nelle aree costiere a rischio. Aspetto molto importante di questi interventi è legato alla scelta delle specie autoctone più idonee sulla base di alcune specifiche caratteristiche relative alle tecniche di riproduzione e allo sviluppo sia in vivaio che in pieno campo. Questo studio è mirato a fornire approfondimenti circa la realizzazione di un’opera di IN in un contesto dunale e ad analizzare la capacità riproduttiva e la velocità di sviluppo (in vivaio e in campo) di alcune specie autoctone selezionate. Juniperus phoenicea L., Juniperus macrocarpa Sm., Pistacia lentiscus L., Tamarix africana Poir. e Tamarix gallica L. sono state le specie arbustive selezionate mentre Ammophila arenaria (L.) Link, Sporobolus pungens (Schreb.) Kunth., Agropyron junceum (L.) P. Beauv., Eryngium maritimum L., Calystegia soldanella (L.) R. Br. e Pancratium maritimum L. sono state le analoghe specie erbacee. Per quanto riguarda le specie arbustive, la riproduzione da seme e per talea si sono rivelati i migliori metodi di propagazione con un'efficienza fino al 90%. I metodi di propagazione agamica, invece, sono stati più efficienti (80–90%) per le specie erbacee. Dopo il trapianto tutte le specie hanno mostrato un periodo di adattamento alle nuove condizioni climatiche ed edafiche. In particolare, Pistacia lentiscus L. ha subito un disseccamento seguito da una fase di emissione di germogli radicali. Per quanto riguarda gli interventi con materiale inerte, si segnala l’effetto positivo della viminata al piede nell’instaurare un processo di accumulo di sabbia. In particolare nell’estate del 2022 la progressione di questo processo ha portato a un quasi totale ricoprimento della viminata ed alla ricolonizzazione dell’area da parte di specie erbacee.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.