Considerare il fenomeno del multiculturalismo come un semplice periodo storico che richiede un minimo di apertura mentale o di aggiornamento delle conoscenze è un errore, ragion per cui risulta essere più corretto affrontare lo stesso come una questione completamente nuova, legata alla capacità di accettare e accogliere culture diverse, provenienti dai flussi migratori. In sostanza, si tratta di un elemento di scambio e di arricchimento culturale tra Occidente e Oriente, piuttosto che di una sorta di "invasione di soggetti estranei". Di conseguenza, lo strumento maggiormente utile al fine di raggiungere un giusto equilibrio, che rispetti il senso di sensibilità religiosa, non deve avere natura difensiva ma conciliativa; si può parlare di dialogo interreligioso, come mezzo capace di consentire la pacifica convivenza tra diverse comunità religiose presenti in uno stesso territorio. Ciò appare molto complesso ai seguaci delle religioni profetiche, ma non lo è assolutamente per quelli delle religioni orientali, per i quali non è impossibile dichiararsi appartenenti a più di una religione, o meglio, a più di una cultura religiosa. La gran parte degli asiatici in Europa, infatti, si dichiarano cristiani senza per questo allontanarsi dalla propria cultura religiosa di origine, mostrando così di riuscire a vivere serenamente una "doppia cittadinanza" religiosa. In un contesto di questo tipo si inseriscono tutti gli istituti giuridici tradizionalmente legati all'appartenenza religiosa, tra i quali quello della famiglia. Dunque, il presente contributo illustrerà le principali caratteristiche della famiglia tradizionale asiatica, di evidente impostazione confuciana, e il ruolo ricoperto in essa da tutti i suoi componenti.
Religione e famiglia nelle comunità asiatiche in Europa
Raffaella Losurdo
2008-01-01
Abstract
Considerare il fenomeno del multiculturalismo come un semplice periodo storico che richiede un minimo di apertura mentale o di aggiornamento delle conoscenze è un errore, ragion per cui risulta essere più corretto affrontare lo stesso come una questione completamente nuova, legata alla capacità di accettare e accogliere culture diverse, provenienti dai flussi migratori. In sostanza, si tratta di un elemento di scambio e di arricchimento culturale tra Occidente e Oriente, piuttosto che di una sorta di "invasione di soggetti estranei". Di conseguenza, lo strumento maggiormente utile al fine di raggiungere un giusto equilibrio, che rispetti il senso di sensibilità religiosa, non deve avere natura difensiva ma conciliativa; si può parlare di dialogo interreligioso, come mezzo capace di consentire la pacifica convivenza tra diverse comunità religiose presenti in uno stesso territorio. Ciò appare molto complesso ai seguaci delle religioni profetiche, ma non lo è assolutamente per quelli delle religioni orientali, per i quali non è impossibile dichiararsi appartenenti a più di una religione, o meglio, a più di una cultura religiosa. La gran parte degli asiatici in Europa, infatti, si dichiarano cristiani senza per questo allontanarsi dalla propria cultura religiosa di origine, mostrando così di riuscire a vivere serenamente una "doppia cittadinanza" religiosa. In un contesto di questo tipo si inseriscono tutti gli istituti giuridici tradizionalmente legati all'appartenenza religiosa, tra i quali quello della famiglia. Dunque, il presente contributo illustrerà le principali caratteristiche della famiglia tradizionale asiatica, di evidente impostazione confuciana, e il ruolo ricoperto in essa da tutti i suoi componenti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


