Gli enormi progressi della ricerca in neuroscienze di base e applicate ha consentito di aumentare le nostre conoscenze sui meccanismi neurobiologici che governano le principali funzioni psichiche, consentendo la individuazione di alterazioni della fisiologia cerebrale coinvolte nei disturbi psichiatrici. Allo stesso tempo, l’introduzione in medicina di tecniche avanzate per lo studio della struttura e della funzione del cervello, come ad esempio la Tomografia Computerizzata (TC), la Tomografia a Emissione di Positroni (PET), la Risonanza Magnetica strutturale (sMRI) e funzionale (fMRI) e più recentemente della Magnetoencefalografia (MEG), ha consentito di osservare tali anomalie strutturali e funzionali in vivo nei pazienti affetti da disturbi psichiatrici in studi comparativi con popolazioni di controllo. Inoltre, nel caso di disturbi psichiatrici caratterizzati da un alto tasso di ereditarietà come la schizofrenia, le tecniche di neuroimaging hanno anche consentito di evidenziare che alcune alterazioni neurobiologiche possono essere osservate anche in familiari non affetti dal disturbo e che condividono parte delle informazioni genetiche con i pazienti. Tali alterazioni, conosciute con il termine di fenotipi intermedi o endofenotipi, consentono lo studio dell’impatto del rischio genetico per i disturbi psichiatrici sui meccanismi neurobiologici che portano all’insorgenza degli stessi 1. In questo capitolo passeremo in rassegna i principali correlati neurobiologici dei disturbi mentali focalizzando l’attenzione sulle evidenze più robuste e consolidate.
Substrati neurobiologici dei disturbi mentali
Giuseppe Blasi
;Pierluigi Selvaggi
2024-01-01
Abstract
Gli enormi progressi della ricerca in neuroscienze di base e applicate ha consentito di aumentare le nostre conoscenze sui meccanismi neurobiologici che governano le principali funzioni psichiche, consentendo la individuazione di alterazioni della fisiologia cerebrale coinvolte nei disturbi psichiatrici. Allo stesso tempo, l’introduzione in medicina di tecniche avanzate per lo studio della struttura e della funzione del cervello, come ad esempio la Tomografia Computerizzata (TC), la Tomografia a Emissione di Positroni (PET), la Risonanza Magnetica strutturale (sMRI) e funzionale (fMRI) e più recentemente della Magnetoencefalografia (MEG), ha consentito di osservare tali anomalie strutturali e funzionali in vivo nei pazienti affetti da disturbi psichiatrici in studi comparativi con popolazioni di controllo. Inoltre, nel caso di disturbi psichiatrici caratterizzati da un alto tasso di ereditarietà come la schizofrenia, le tecniche di neuroimaging hanno anche consentito di evidenziare che alcune alterazioni neurobiologiche possono essere osservate anche in familiari non affetti dal disturbo e che condividono parte delle informazioni genetiche con i pazienti. Tali alterazioni, conosciute con il termine di fenotipi intermedi o endofenotipi, consentono lo studio dell’impatto del rischio genetico per i disturbi psichiatrici sui meccanismi neurobiologici che portano all’insorgenza degli stessi 1. In questo capitolo passeremo in rassegna i principali correlati neurobiologici dei disturbi mentali focalizzando l’attenzione sulle evidenze più robuste e consolidate.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.