Questo articolo si propone di mostrare in che senso, entro la prospettiva della filosofia del linguaggio wittgensteiniana, si può dire che la parola non ha un’anima, giacché sarebbe fuorviante attribuire ad essa una tale entità da intendere come il suo significato, ovvero come ciò che le dà vita, e in che senso è possibile invece dire che la parola ha un’anima che si esprime esteriormente negli elementi estetici, nel suo farsi musica e gesto rendendo così unico il suo uso entro un certo determinato contesto. Per via dell’anima delle parole, la scrittura, quella poetica come quella filosofica, non può seguire un binario unico, non può muoversi in modo lineare, ma ha bisogno di prendere forma incrociando i pensieri.
«La parola ha un’anima». Significato, musica e scrittura in Wittgenstein
Moira De Iaco
2018-01-01
Abstract
Questo articolo si propone di mostrare in che senso, entro la prospettiva della filosofia del linguaggio wittgensteiniana, si può dire che la parola non ha un’anima, giacché sarebbe fuorviante attribuire ad essa una tale entità da intendere come il suo significato, ovvero come ciò che le dà vita, e in che senso è possibile invece dire che la parola ha un’anima che si esprime esteriormente negli elementi estetici, nel suo farsi musica e gesto rendendo così unico il suo uso entro un certo determinato contesto. Per via dell’anima delle parole, la scrittura, quella poetica come quella filosofica, non può seguire un binario unico, non può muoversi in modo lineare, ma ha bisogno di prendere forma incrociando i pensieri.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.