Dall'autorità familiare a quella spirituale: vite di donne nei conservatori pugliesi tra XVII e XIX secolo

Nel corso dell’età moderna, nel Mezzogiorno d’Italia si assiste al fiorire di numerose istituzioni semireligiose all’interno delle quali donne svincolate dall’obbligo della clausura e dalla giurisdizione di un ordine religioso conducevano – per scelta o per costrizione familiare – una vita consacrata a Dio. Puntando l'attenzione su alcune comunità pugliesi tra Seicento e Ottocento, è stato possibile ricostruire, attraverso fonti archivistiche inedite, il ruolo che ebbero diverse figure – legittimate e, quindi, riconosciute nell'esercizio di un potere decisionale e nella funzione di guida – nelle biografie delle donne 'recluse', sulle quali l'autorità si esplicitava prevalentemente lungo tre direttrici: padri, fratelli e congiunti maschi ne decretavano, spesso, l'ingresso forzato in istituto; superiore, priore, maestre attendevano rigidamente al rispetto delle regole all'interno della comunità; direttori spirituali e confessori controllavano, disciplinavano e mediavano le pratiche religiose delle convittrici.