L'analisi del fenomeno dei NEET, oltre a mettere in luce le problematiche che investono una parte della popolazione giovanile, si scontra anche con difficoltà di rilevazione: spesso infatti i dataset utilizzati per le misurazioni e le statistiche contenute in letteratura, oltre a descrivere le caratteristiche dei giovani NEET, forniscono ben poche informazioni sulla natura contestuale e individuale, ovvero sulle modalità attraverso le quali le persone sono finite in situazioni di vulnerabilità (Eurofound, 2012). Allarmanti risultano essere i dati riguardanti la categoria NEET in Italia tanto da definire il nostro Paese come “la più grande fabbrica di NEET in Europa” (Rosina, 2015); sono infatti secondo l'Eurostat (2020) più di 3 milioni i giovani in questa condi- zione, detenendo, da oramai alcuni anni, il primato in Europa raggiungendo una percentuale del 25,1. Per questi motivi si è voluto riflettere sulle possibili azioni dell'Università per poter incidere su tale fenomeno, che a ben guarda- re coinvolge anche il mondo accademico. La proposta progettuale “I NEET you” focalizza infatti l'attenzione nello specifico sul tema dell'abbandono degli studi universitari, tema meno studiato nelle diverse ricerche nazionali. Come sostenuto da Piazza e Rizzari (2020) dagli stessi dati OCSE relativi al numero degli iscritti ai corsi di studio terziari emerge in modo evidente il fenomeno della dispersione universitaria: “il 12% degli studenti iscritti a un corso di laurea di primo livello abbandona prima che inizi il secondo anno, percentuale che cresce al 20% entro la fine della durata legale del corso di stu- di, per giungere al 24% nei tre anni successivi. Inoltre, a conseguire la laurea di primo livello nei tempi previsti è solo il 39% degli studenti. A maggiore rischio di non completare un corso di laurea sono gli studenti di sesso ma- schile e coloro che provengono da un corso di studi secondario professionale” (OECD, 2019). I dati relativi al sistema accademico italiano appaiono, come si evidenzia nel recente rapporto ANVUR (2019), sostanzialmente omogenei. Il progetto “I NEET you. Il ruolo dell'università nel contrasto del fenomeo dei NEET” è nato in risposta al bando di concorso nazionale “University 4 EU – Il tuo futuro, la nostra Europa” rivolto alle Istituzioni appartenenti al sistema della formazione superiore italiano promosso dal Ministero dell’U- niversità e della Ricerca (MUR) e dal Dipartimento per le Politiche Europee della Presidenza del Consiglio dei ministri in collaborazione con la Conferenza dei Rettori delle Università italiane (CRUI). La premessa di partenza di tale bando sottolinea il ruolo essenziale degli studenti universitari, dei cittadini di ogni contesto sociale e di ogni angolo dell’Unione nel plasmare il futuro del progetto europeo; ha infatti individuato, tra i propri obiettivi strategici per il 2021, nell'ambito della Conferenza sul futuro dell'Europa, la promozione di iniziative delle Istituzioni appartenenti al sistema della forma- zione superiore italiano, al fine di poter fornire un contributo attivo e originale di idee sull’avvenire dell’Unione Europea, in piena sintonia con le istituzioni europee. Le attività progettuali presentate nel paper permetteranno di delineare – al termine del progetto -alcune azioni d’intervento che, a nostro avviso, potrebbero essere efficaci sia nella prevenzione sia nella riduzione del fenomeno dell'abbandono degli studi universitari dell'ateneo barese.

I NEET you. Il ruolo dell'Università nel contrasto del fenomeno dei NEET.

Fornasari Alberto
2022-01-01

Abstract

L'analisi del fenomeno dei NEET, oltre a mettere in luce le problematiche che investono una parte della popolazione giovanile, si scontra anche con difficoltà di rilevazione: spesso infatti i dataset utilizzati per le misurazioni e le statistiche contenute in letteratura, oltre a descrivere le caratteristiche dei giovani NEET, forniscono ben poche informazioni sulla natura contestuale e individuale, ovvero sulle modalità attraverso le quali le persone sono finite in situazioni di vulnerabilità (Eurofound, 2012). Allarmanti risultano essere i dati riguardanti la categoria NEET in Italia tanto da definire il nostro Paese come “la più grande fabbrica di NEET in Europa” (Rosina, 2015); sono infatti secondo l'Eurostat (2020) più di 3 milioni i giovani in questa condi- zione, detenendo, da oramai alcuni anni, il primato in Europa raggiungendo una percentuale del 25,1. Per questi motivi si è voluto riflettere sulle possibili azioni dell'Università per poter incidere su tale fenomeno, che a ben guarda- re coinvolge anche il mondo accademico. La proposta progettuale “I NEET you” focalizza infatti l'attenzione nello specifico sul tema dell'abbandono degli studi universitari, tema meno studiato nelle diverse ricerche nazionali. Come sostenuto da Piazza e Rizzari (2020) dagli stessi dati OCSE relativi al numero degli iscritti ai corsi di studio terziari emerge in modo evidente il fenomeno della dispersione universitaria: “il 12% degli studenti iscritti a un corso di laurea di primo livello abbandona prima che inizi il secondo anno, percentuale che cresce al 20% entro la fine della durata legale del corso di stu- di, per giungere al 24% nei tre anni successivi. Inoltre, a conseguire la laurea di primo livello nei tempi previsti è solo il 39% degli studenti. A maggiore rischio di non completare un corso di laurea sono gli studenti di sesso ma- schile e coloro che provengono da un corso di studi secondario professionale” (OECD, 2019). I dati relativi al sistema accademico italiano appaiono, come si evidenzia nel recente rapporto ANVUR (2019), sostanzialmente omogenei. Il progetto “I NEET you. Il ruolo dell'università nel contrasto del fenomeo dei NEET” è nato in risposta al bando di concorso nazionale “University 4 EU – Il tuo futuro, la nostra Europa” rivolto alle Istituzioni appartenenti al sistema della formazione superiore italiano promosso dal Ministero dell’U- niversità e della Ricerca (MUR) e dal Dipartimento per le Politiche Europee della Presidenza del Consiglio dei ministri in collaborazione con la Conferenza dei Rettori delle Università italiane (CRUI). La premessa di partenza di tale bando sottolinea il ruolo essenziale degli studenti universitari, dei cittadini di ogni contesto sociale e di ogni angolo dell’Unione nel plasmare il futuro del progetto europeo; ha infatti individuato, tra i propri obiettivi strategici per il 2021, nell'ambito della Conferenza sul futuro dell'Europa, la promozione di iniziative delle Istituzioni appartenenti al sistema della forma- zione superiore italiano, al fine di poter fornire un contributo attivo e originale di idee sull’avvenire dell’Unione Europea, in piena sintonia con le istituzioni europee. Le attività progettuali presentate nel paper permetteranno di delineare – al termine del progetto -alcune azioni d’intervento che, a nostro avviso, potrebbero essere efficaci sia nella prevenzione sia nella riduzione del fenomeno dell'abbandono degli studi universitari dell'ateneo barese.
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