Gli incessanti movimenti migratori dall’Africa, dal Medio Oriente e dall’Asia verso l’Europa, costellati di tragedie e sofferenze (tra le quali, in particolare, i ricorrenti naufragi), le problematiche dell’accoglienza dei richiedenti asilo e del respingimento degli irregolari concorrono ad alimentare tensioni e scontri. Sono acute le contrapposizioni fra esigenze umanitarie ed istanze di tutela delle frontiere nazionali, fra doveri di solidarietà e pulsioni di politica interna verso l’allontanamento dei migranti. L’adozione di una legislazione esageratamente punitiva, catalizzata da un panico securitario, ha favorito la costruzione di un diritto penale dei flussi migratori sorretto talora da regole proprie e da scopi politico-criminali fondati sull’allarme sociale piuttosto che sul pericolo effettivo e concreto di lesione dell’ordine pubblico. La sicurezza diventa nucleo fondante di un diritto penale che confuta così le tradizionali garanzie in favore di un controllo sociale modulato sull’etichetta (labelling approach) dello straniero come “nemico” della società, che incarna la paura e l’insicurezza collettive.
I soccorsi in mare dei migranti nel Mediterraneo tra tendenze di criminalizzazione ed esigenze di giustificazione
Filomena Pisconti
2023-01-01
Abstract
Gli incessanti movimenti migratori dall’Africa, dal Medio Oriente e dall’Asia verso l’Europa, costellati di tragedie e sofferenze (tra le quali, in particolare, i ricorrenti naufragi), le problematiche dell’accoglienza dei richiedenti asilo e del respingimento degli irregolari concorrono ad alimentare tensioni e scontri. Sono acute le contrapposizioni fra esigenze umanitarie ed istanze di tutela delle frontiere nazionali, fra doveri di solidarietà e pulsioni di politica interna verso l’allontanamento dei migranti. L’adozione di una legislazione esageratamente punitiva, catalizzata da un panico securitario, ha favorito la costruzione di un diritto penale dei flussi migratori sorretto talora da regole proprie e da scopi politico-criminali fondati sull’allarme sociale piuttosto che sul pericolo effettivo e concreto di lesione dell’ordine pubblico. La sicurezza diventa nucleo fondante di un diritto penale che confuta così le tradizionali garanzie in favore di un controllo sociale modulato sull’etichetta (labelling approach) dello straniero come “nemico” della società, che incarna la paura e l’insicurezza collettive.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.