L’art. 2 della Dichiarazione così cita testualmente: “Il fine di ogni associazione politica è la conservazione dei diritti naturali ed imprescrittibili dell’uomo. Questi diritti sono la libertà, la proprietà, la sicurezza e la resistenza all’oppressione. Secondo la tradizionale concezione contrattualistica hobbesiana, l’individuo, al fine di difendere la propria vita e i mezzi per conservarla, cede diritti naturali in cambio della sicurezza, annoverata, quest’ultima, nell’art. 2 della Dichiarazione del 1789, tra i diritti naturali e inalienabili dell’uomo. Associata al controllo delle frontiere e alla gestione dei flussi migratori, la sicurezza sembra favorire la criminalizzazione di condotte disobbedienti, senza offesa o di scopo, esaltando una funzione del diritto penale di disciplina del sistema sociale e di prevenzione dei rischi di turbamento dell’ordine pubblico. Lo scontro tra diritto alla sicurezza dello stato e dei cittadini e diritto alla vita/incolumità dei migranti viene alimentato da un sistema punitivo, quindi, finalizzato al respingimento e all’emarginazione del migrante, benché i concetti di solidarietà e di accoglienza costituiscano contenuti di specifici obblighi di carattere internazionale ed europeo nonché espressione più emblematica del riconoscimento kantiano della solidarietà quale diritto e non sentimento.

L'art. 2 della Déclaration. Una lettura securitaria del fenomeno di colpevolizzazione dello straniero

Filomena Pisconti
2022-01-01

Abstract

L’art. 2 della Dichiarazione così cita testualmente: “Il fine di ogni associazione politica è la conservazione dei diritti naturali ed imprescrittibili dell’uomo. Questi diritti sono la libertà, la proprietà, la sicurezza e la resistenza all’oppressione. Secondo la tradizionale concezione contrattualistica hobbesiana, l’individuo, al fine di difendere la propria vita e i mezzi per conservarla, cede diritti naturali in cambio della sicurezza, annoverata, quest’ultima, nell’art. 2 della Dichiarazione del 1789, tra i diritti naturali e inalienabili dell’uomo. Associata al controllo delle frontiere e alla gestione dei flussi migratori, la sicurezza sembra favorire la criminalizzazione di condotte disobbedienti, senza offesa o di scopo, esaltando una funzione del diritto penale di disciplina del sistema sociale e di prevenzione dei rischi di turbamento dell’ordine pubblico. Lo scontro tra diritto alla sicurezza dello stato e dei cittadini e diritto alla vita/incolumità dei migranti viene alimentato da un sistema punitivo, quindi, finalizzato al respingimento e all’emarginazione del migrante, benché i concetti di solidarietà e di accoglienza costituiscano contenuti di specifici obblighi di carattere internazionale ed europeo nonché espressione più emblematica del riconoscimento kantiano della solidarietà quale diritto e non sentimento.
2022
978-88-9295-462-5
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