Il crollo del muro di Berlino e tutto ciò che ne è derivato a livello politico-internazionale ha portato come conseguenza una revisione di quelli che fino ad allora potevamo considerare i confini (geografici, politici, culturali…) dell’Europa. I riflessi di tale revisione hanno di fatto creato una nuova dimensione continentale che oltre a conseguenze di mera natura geografica associa più importanti ripercussioni di natura sociale. Con il cosiddetto allargamento ad Est ci si è trovati a dover conoscere nuovi usi, costumi e civiltà tanto che l’impresa che in questi giorni si cerca di compiere, ovvero la stesura della Carta Costituzionale Europea, testimonia la complessità legata a trovare quel minimo comune denominatore che possa legare i vari interessi degli stati membri. Non vi è dubbio che l’Europa stia dando prova di essere società aperta, intesa come capacità di ammettere ed accettare le differenze che la caratterizzano confermando i valori sanciti dai Trattati di Maastricht (1992) e di Amsterdam (1997) ossia quei <> (art. 6 Trattato di Amsterdam). La ricerca dell’integrazione non è solo un problema di natura economica, ma anche di natura sociale. L’apertura ai paesi dell’Est, i costanti flussi migratori provenienti dai paesi extracomunitari soprattutto di matrice islamica impongono una attenta analisi circa la problematica del multiculturalismo. Diversi stili di vita, diverse religioni si impongono in modo tale che diventa fondamentale la ricerca di una pacifica convivenza e di un sistema socio-giuridico che tenga conto della diversità delle provenienze . L’aspetto sicuramente più importante è dato dalla diversa appartenenza religiosa. Sappiamo come i diversi mondi culturali si contraddistinguono secondo proprie modalità di espressione tanto che la singola posizione della persona all’interno della singola comunità nella quale si riconosce è data dall’insieme del patrimonio culturale, della lingua, dell’etnia e, quindi, della religione. Le relazioni familiari costituiscono una delle componenti più specifiche e sensibili delle diverse culture religiose, nonché la sede principale in cui ciascuna cultura viene praticata e trasmessa. Per tali ragioni, le regole confessionali circa i rapporti familiari creano problemi di accoglienza da parte dell’ordinamento civile nel quale concretamente si svolge la vita della famiglia. Il nostro ordinamento risulta piuttosto ricco di norme che riguardano la relazioni familiari, con riguardo soprattutto ai risvolti religiosi, legati all’appartenenza confessionale dei membri della famiglia e alla rilevanza giuridica della religione all’interno della comunità familiare, con particolare riguardo alla posizione del minore. Queste caratteristiche del nostro ordinamento sono allo stato attuale messe alla prova dalle dinamiche del multiculturalismo in atto sia in Italia sia in Europa, che possono generare nuove problematiche attinenti la libertà e l’appartenenza confessionale.

Libertà religiosa e tutela del minore tra ordinamento italiano e sistema europeo

Santoro Roberta
2004-01-01

Abstract

Il crollo del muro di Berlino e tutto ciò che ne è derivato a livello politico-internazionale ha portato come conseguenza una revisione di quelli che fino ad allora potevamo considerare i confini (geografici, politici, culturali…) dell’Europa. I riflessi di tale revisione hanno di fatto creato una nuova dimensione continentale che oltre a conseguenze di mera natura geografica associa più importanti ripercussioni di natura sociale. Con il cosiddetto allargamento ad Est ci si è trovati a dover conoscere nuovi usi, costumi e civiltà tanto che l’impresa che in questi giorni si cerca di compiere, ovvero la stesura della Carta Costituzionale Europea, testimonia la complessità legata a trovare quel minimo comune denominatore che possa legare i vari interessi degli stati membri. Non vi è dubbio che l’Europa stia dando prova di essere società aperta, intesa come capacità di ammettere ed accettare le differenze che la caratterizzano confermando i valori sanciti dai Trattati di Maastricht (1992) e di Amsterdam (1997) ossia quei <> (art. 6 Trattato di Amsterdam). La ricerca dell’integrazione non è solo un problema di natura economica, ma anche di natura sociale. L’apertura ai paesi dell’Est, i costanti flussi migratori provenienti dai paesi extracomunitari soprattutto di matrice islamica impongono una attenta analisi circa la problematica del multiculturalismo. Diversi stili di vita, diverse religioni si impongono in modo tale che diventa fondamentale la ricerca di una pacifica convivenza e di un sistema socio-giuridico che tenga conto della diversità delle provenienze . L’aspetto sicuramente più importante è dato dalla diversa appartenenza religiosa. Sappiamo come i diversi mondi culturali si contraddistinguono secondo proprie modalità di espressione tanto che la singola posizione della persona all’interno della singola comunità nella quale si riconosce è data dall’insieme del patrimonio culturale, della lingua, dell’etnia e, quindi, della religione. Le relazioni familiari costituiscono una delle componenti più specifiche e sensibili delle diverse culture religiose, nonché la sede principale in cui ciascuna cultura viene praticata e trasmessa. Per tali ragioni, le regole confessionali circa i rapporti familiari creano problemi di accoglienza da parte dell’ordinamento civile nel quale concretamente si svolge la vita della famiglia. Il nostro ordinamento risulta piuttosto ricco di norme che riguardano la relazioni familiari, con riguardo soprattutto ai risvolti religiosi, legati all’appartenenza confessionale dei membri della famiglia e alla rilevanza giuridica della religione all’interno della comunità familiare, con particolare riguardo alla posizione del minore. Queste caratteristiche del nostro ordinamento sono allo stato attuale messe alla prova dalle dinamiche del multiculturalismo in atto sia in Italia sia in Europa, che possono generare nuove problematiche attinenti la libertà e l’appartenenza confessionale.
2004
83-7299-324-6
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11586/45090
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