Ad oltre un ventennio dalla sua comparsa, la figura del giudicato cautelare, sebbene ormai collaudata nella prassi giudiziaria, continua a destare non poche perplessità sul piano della sua tenuta sistematica. La giurisprudenza ha tentato una trasposizione “meditata” del divieto di bis in idem nel mondo delle cautele, che tenesse conto degli aspetti tipizzanti del sistema “di arrivo”. Così, nel tempo, da semplice antidoto alle storture della prassi e alle lungaggini processuali, è divenuto una garanzia per l’imputato. Ciò nondimeno, le forzature dogmatiche e le problematiche applicative permangono e impediscono di raggiungere soluzioni stabili e condivise. Di qui la necessità dell’intervento del legislatore, affinché realizzi una disciplina di compromesso ispirata sì ad esigenze di funzionalità del sistema, ma che non si allontani dalla “strada maestra” del giusto processo.
La nebulosa fisionomia del giudicato cautelare
DELVECCHIO F
2015-01-01
Abstract
Ad oltre un ventennio dalla sua comparsa, la figura del giudicato cautelare, sebbene ormai collaudata nella prassi giudiziaria, continua a destare non poche perplessità sul piano della sua tenuta sistematica. La giurisprudenza ha tentato una trasposizione “meditata” del divieto di bis in idem nel mondo delle cautele, che tenesse conto degli aspetti tipizzanti del sistema “di arrivo”. Così, nel tempo, da semplice antidoto alle storture della prassi e alle lungaggini processuali, è divenuto una garanzia per l’imputato. Ciò nondimeno, le forzature dogmatiche e le problematiche applicative permangono e impediscono di raggiungere soluzioni stabili e condivise. Di qui la necessità dell’intervento del legislatore, affinché realizzi una disciplina di compromesso ispirata sì ad esigenze di funzionalità del sistema, ma che non si allontani dalla “strada maestra” del giusto processo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.