Il contributo delle cc.dd. “aree interne” alla transizione energetica Le “aree interne”, in quanto territori marginalizzati rispetto all’offerta di un livello adeguato di servizi di cittadinanza, sono protagoniste di una specifica strategia di valorizzazione della gestione sostenibile del territorio (la c.d. SNAI). Anche il PNRR dedica ampio spazio alla SNAI riconoscendo e promuovendo l’intersezione dello “sguardo nazionale” con lo “sguardo locale” nella formulazione della strategia di sviluppo economico e di coesione sociale del Paese (politiche place-based, ovvero “rivolte ai luoghi”). Peraltro, ripensare i servizi offerti ai cittadini in un’ottica di ribilanciamento territoriale implica la necessità di ricorrere a nuove soluzioni di governance, capaci di coinvolgere volta per volta i diversi attori, i presidi territoriali e gli Enti locali competenti nelle specifiche materie di riferimento. In proposito, merita una particolare attenzione lo sviluppo della filiera dell’energia rinnovabile. Con riguardo a quest’ultimo ambito, deve segnalarsi la recentissima esperienza pugliese dell’Area interna dei Monti Dauni che, attraverso il coinvolgimento di cittadini, imprese e numerose altre realtà del territorio (tra le quali merita menzione il GAL Meridaunia) si propone, non senza difficoltà, di produrre, consumare e scambiare energia in un’ottica di transizione energetica, economia circolare, oil free zone e avvio di una vera e propria CER (Comunità energetica rinnovabile). Fondate sulla cittadinanza attiva e sulla partecipazione di diversi attori sociali, e orientate alla produzione di fonti rinnovabili, le comunità energetiche possono rappresentare importanti acceleratori di una transizione ecologica/energetica sostenibile e, se attivate in territori marginalizzati come le aree interne del Paese, contribuire a valorizzare le culture locali e territoriali.
Il contributo delle cc.dd. “aree interne” alla transizione energetica
M. G. NACCI;C. PANNACCIULLI
2023-01-01
Abstract
Il contributo delle cc.dd. “aree interne” alla transizione energetica Le “aree interne”, in quanto territori marginalizzati rispetto all’offerta di un livello adeguato di servizi di cittadinanza, sono protagoniste di una specifica strategia di valorizzazione della gestione sostenibile del territorio (la c.d. SNAI). Anche il PNRR dedica ampio spazio alla SNAI riconoscendo e promuovendo l’intersezione dello “sguardo nazionale” con lo “sguardo locale” nella formulazione della strategia di sviluppo economico e di coesione sociale del Paese (politiche place-based, ovvero “rivolte ai luoghi”). Peraltro, ripensare i servizi offerti ai cittadini in un’ottica di ribilanciamento territoriale implica la necessità di ricorrere a nuove soluzioni di governance, capaci di coinvolgere volta per volta i diversi attori, i presidi territoriali e gli Enti locali competenti nelle specifiche materie di riferimento. In proposito, merita una particolare attenzione lo sviluppo della filiera dell’energia rinnovabile. Con riguardo a quest’ultimo ambito, deve segnalarsi la recentissima esperienza pugliese dell’Area interna dei Monti Dauni che, attraverso il coinvolgimento di cittadini, imprese e numerose altre realtà del territorio (tra le quali merita menzione il GAL Meridaunia) si propone, non senza difficoltà, di produrre, consumare e scambiare energia in un’ottica di transizione energetica, economia circolare, oil free zone e avvio di una vera e propria CER (Comunità energetica rinnovabile). Fondate sulla cittadinanza attiva e sulla partecipazione di diversi attori sociali, e orientate alla produzione di fonti rinnovabili, le comunità energetiche possono rappresentare importanti acceleratori di una transizione ecologica/energetica sostenibile e, se attivate in territori marginalizzati come le aree interne del Paese, contribuire a valorizzare le culture locali e territoriali.File | Dimensione | Formato | |
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