Nel XVI secolo la Chiesa controriformista condannava, e in alcuni casi proibiva, le commedie considerate impudiche e lascive e, nelle forme più estreme, scomunicava gli ecclesiastici e i laici che assistevano alle rappresentazioni teatrali. Gli attori erano considerati dispregiativamente lenones e histriones e soprattutto le donne erano viste come elemento conturbante, sirene che deviavano gli auditori. In questo clima di rigidità e chiusura, si ergono le voci di commedianti e non che difendono il mestiere degli attori reclamando la professionalità degli stessi e nobilitando il teatro. In Italia e in Europa circolarono diverse opere apologetiche; nel presente intervento si intrecciano le voci di due diversi autori: quella femminile della nobildonna francese, Mademoiselle de Beaulieu, autrice di un libello pressoché inedito, La Première atteinte contre ceux qui accusent les comédies (Parigi, 1603) e la voce maschile di Giovan Battista Andreini che, ne La Ferza. Ragionamento secondo contra l’accuse date alla Commedia (Parigi, 1625), dipinge il teatro come «nobilissim’Arte senza parità» e «scuola» di vita.
Il teatro «semina vitiorum» o «speculum vitae humanae»? L’espressione del teatro nel clima controriformistico
Cinzia Saccotelli
2023-01-01
Abstract
Nel XVI secolo la Chiesa controriformista condannava, e in alcuni casi proibiva, le commedie considerate impudiche e lascive e, nelle forme più estreme, scomunicava gli ecclesiastici e i laici che assistevano alle rappresentazioni teatrali. Gli attori erano considerati dispregiativamente lenones e histriones e soprattutto le donne erano viste come elemento conturbante, sirene che deviavano gli auditori. In questo clima di rigidità e chiusura, si ergono le voci di commedianti e non che difendono il mestiere degli attori reclamando la professionalità degli stessi e nobilitando il teatro. In Italia e in Europa circolarono diverse opere apologetiche; nel presente intervento si intrecciano le voci di due diversi autori: quella femminile della nobildonna francese, Mademoiselle de Beaulieu, autrice di un libello pressoché inedito, La Première atteinte contre ceux qui accusent les comédies (Parigi, 1603) e la voce maschile di Giovan Battista Andreini che, ne La Ferza. Ragionamento secondo contra l’accuse date alla Commedia (Parigi, 1625), dipinge il teatro come «nobilissim’Arte senza parità» e «scuola» di vita.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.