Sin dalla sua pubblicazione, Gomorra è stato definito una non fiction novel: il libro è in effetti un mix tra reportage, saggio antropologico e romanzo. Combinando l’indagine giornalistica con lo spirito “orale” della novella, Saviano descrive la camorra con rigore analitico, da teorema, mostrando altresì una discreta tendenza a trattare “creativamente” il documento, usando cioè i fatti di cronaca come base su cui innestare la costruzione letteraria. Come Primo Levi in Se questo è un uomo, egli è del resto autore e al tempo stesso personaggio del racconto, mutuando dalla tradizione dell’antropologia la funzione di “osservatore partecipante”. Se lo spirito che anima Gomorra è certamente “luterano” (nel senso pasoliniano del termine), il suo criterio compositivo sembra tuttavia fondarsi su un canone immaginifico-visionario: Napoli, ad esempio, viene paragonata dallo scrittore a un corpo marcio e degradato, eppure perversamente funzionale, «un’appendice infetta mai degenerata in peritonite, sempre conservata nell’addome della costa». Un’immagine, questa, che richiama molto da vicino la sequenza in cui Curzio Malaparte, nel primo capitolo de La pelle (intitolato La peste), descrive la Napoli appena liberata dai nazifascisti come una città malata, spiritualmente e esteticamente, eppure ancora vitale: il degrado “ funzionale” di Gomorra investe tanto il paesaggio quanto la popolazione, che divengono segno inequivocabile della “mutazione antropologica” operata dalla camorra.

“Saperlo non è medesima cosa che vederlo”: etnografia e fiction in Gomorra

Altamura G
2021-01-01

Abstract

Sin dalla sua pubblicazione, Gomorra è stato definito una non fiction novel: il libro è in effetti un mix tra reportage, saggio antropologico e romanzo. Combinando l’indagine giornalistica con lo spirito “orale” della novella, Saviano descrive la camorra con rigore analitico, da teorema, mostrando altresì una discreta tendenza a trattare “creativamente” il documento, usando cioè i fatti di cronaca come base su cui innestare la costruzione letteraria. Come Primo Levi in Se questo è un uomo, egli è del resto autore e al tempo stesso personaggio del racconto, mutuando dalla tradizione dell’antropologia la funzione di “osservatore partecipante”. Se lo spirito che anima Gomorra è certamente “luterano” (nel senso pasoliniano del termine), il suo criterio compositivo sembra tuttavia fondarsi su un canone immaginifico-visionario: Napoli, ad esempio, viene paragonata dallo scrittore a un corpo marcio e degradato, eppure perversamente funzionale, «un’appendice infetta mai degenerata in peritonite, sempre conservata nell’addome della costa». Un’immagine, questa, che richiama molto da vicino la sequenza in cui Curzio Malaparte, nel primo capitolo de La pelle (intitolato La peste), descrive la Napoli appena liberata dai nazifascisti come una città malata, spiritualmente e esteticamente, eppure ancora vitale: il degrado “ funzionale” di Gomorra investe tanto il paesaggio quanto la popolazione, che divengono segno inequivocabile della “mutazione antropologica” operata dalla camorra.
2021
9788846760753
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