Irene Gianeselli su Pasolini

Solo, assorto, intenso, deciso, Pasolini è davvero l’ultimo degli intellettuali. Perché Pasolini è un audace? Aggiungo pervicace, coraggioso, generoso, perché Pasolini ha offerto mente e corpo ad una causa: voleva sapere la verità su questo Paese, per questo è morto, da giornalista. Visionario, perché visionario? In questi ultimi due anni, mentre tengo le sue parole al mio fianco e sulle labbra e le interrogo, le scelgo, le rimastico, mi sono accorta che nemmeno lui vorrebbe essere ricordato solo come quel cadavere maciullato all’Idroscalo di Ostia. È così che la Storia lo conserva, ma è l’ingiustizia più grande che si possa fare ad un Poeta. Dirò visionario perché capace di non fermare mai lo sguardo su una prospettiva sterile, perché capace di creare un linguaggio cinematografico e poetico inconfondibili, perché pronto ad ascoltare, ad incontrare i giovani, i vecchi, quelli senza età, perché pronto a mettere in discussione una moralità troppo ripiegata su se stessa.