Nel dicembre del 1929, Orlando Grosso (1882-1968) scrisse un articolo per «Mouseion», la rivista nata nel 1927 e promossa dall’Office International des Musées (OIM) . Non era la prima volta che Genova e il suo nuovo sistema museale - l’iniziale ordinamento moderno di Palazzo Bianco data al 1928 - trovavano spazio sulle pagine di questa nuova testata, visto che già nel numero precedente la città, insieme al suo neo-direttore dell’Ufficio ‘Belle Arti,’ si era guadagnata un affondo preliminare nelle cosiddette Notes . La circostanza dimostra come nel terzo decennio del Novecento il lavoro impostato sui musei di Genova appartenesse a un dibattito internazionale coinciso , da un lato, con il superamento di quelli che Alessandra Mottola Molfino ha definito i musei illuministi ‘della ragione’ e quelli ottocenteschi ‘della colpa’, passaggio da lei ritenuto necessario per approdare a un’idea di museo d’arte inteso come ‘documento globale’ (Gesamtkunstwerk) ; dall’altro, con la fase in cui non fu più paradossale affermare che i «musei sono fatti per il pubblico», momento da intendersi come un ulteriore snodo cruciale della museografia contemporanea maturato, questa volta secondo Marisa Dalai Emiliani, in particolare con la fondazione dell’OIM (1926) e, soprattutto, con le pubblicazioni del suo organo di stampa ufficiale, appunto la rivista «Mouseion» .
“Casualità e Confusione” (Orlando Grosso, 1908) - “Barbarico disordine” (Roberto Longhi, 1954). Il modello mostre-musei nella Genova degli anni Trenta
ANDREA LEONARDI
2020-01-01
Abstract
Nel dicembre del 1929, Orlando Grosso (1882-1968) scrisse un articolo per «Mouseion», la rivista nata nel 1927 e promossa dall’Office International des Musées (OIM) . Non era la prima volta che Genova e il suo nuovo sistema museale - l’iniziale ordinamento moderno di Palazzo Bianco data al 1928 - trovavano spazio sulle pagine di questa nuova testata, visto che già nel numero precedente la città, insieme al suo neo-direttore dell’Ufficio ‘Belle Arti,’ si era guadagnata un affondo preliminare nelle cosiddette Notes . La circostanza dimostra come nel terzo decennio del Novecento il lavoro impostato sui musei di Genova appartenesse a un dibattito internazionale coinciso , da un lato, con il superamento di quelli che Alessandra Mottola Molfino ha definito i musei illuministi ‘della ragione’ e quelli ottocenteschi ‘della colpa’, passaggio da lei ritenuto necessario per approdare a un’idea di museo d’arte inteso come ‘documento globale’ (Gesamtkunstwerk) ; dall’altro, con la fase in cui non fu più paradossale affermare che i «musei sono fatti per il pubblico», momento da intendersi come un ulteriore snodo cruciale della museografia contemporanea maturato, questa volta secondo Marisa Dalai Emiliani, in particolare con la fondazione dell’OIM (1926) e, soprattutto, con le pubblicazioni del suo organo di stampa ufficiale, appunto la rivista «Mouseion» .I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.