La sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) è la più frequente malattia endocrino-ginecologica che interessa le donne in età fertile, con una prevalenza che, utilizzando i criteri di Rotterdam, arriva fino al 20%. L’eziologia è sconosciuta ed è probabilmente legata a fattori sia genetici che ambientali. I segni classici della sindrome (anovulazione, acne, irsutismo, iperandrogenemia, alterazioni mestruali e aspetto micro-policistico dell’ovaio) generalmente sono evidenti nell’adolescenza e nella giovane età adulta. Anche nell’infanzia però, possono manifestarsi segni precoci di PCOS correlati all’iperandrogenismo (pubarca e telarca precoce) ed alle alterazioni metaboliche (obesità, iper-insulinemia, insulino-resistenza). E’ stato ipotizzato che la presenza di tratti genetici e l’esposizione a fattori ambientali possano determinare la comparsa di segni di PCOS agendo già durante la vita intrauterina, nella primissima infanzia e nella menopausa. Pertanto, la PCOS è una sindrome che dura tutta la vita, con segni clinici che iniziano in epoca prenatale e proseguono in età neonatale, durante l’infanzia, l’adolescenza, l’età adulta e anche dopo la menopausa. Tipicamente, le donne con PCOS presentano una cospicua eterogeneità della sintomatologia con diversi fenotipi clinici. La PCOS è anche una patologia metabolica e molte donne affette mostrano alterazioni della sensibilità insulinica ed iperinsulinemia. L’insulino-resistenza è un fattore patogenetico del diabete mellito tipo 2 e queste donne mostrano frequentemente anche disfunzione beta-cellulare con alterazioni della tolleranza ai carboidrati. Esiste una scala di rischio metabolico fra i diversi fenotipi clinici della sindrome. In particolare, l’insulino-resistenza e le alterazioni metaboliche associate sono tipiche dei soggetti con fenotipo classico, cioè con iper-androgenismo e oligo-anovulazione, ma non dei soggetti con fenotipo normoandrogenico, mentre quelli con fenotipo ovulatorio mostrano caratteristiche metaboliche intermedie. Le donne con PCOS dovrebbero essere valutate precocemente per possibili alterazioni della tolleranza ai carboidrati, in particolare quando hanno un eccesso ponderale o altri fattori di rischio per diabete mellito tipo 2 o presentano il fenotipo classico della sindrome. The Lancet Diabetes Endocrinology ricorda che Settembre è il mese dedicato alla divulgazione delle conoscenze scientifiche sulla sindrome dell’ovaio policistico. E’ fondamentale informare e sensibilizzare i pediatri e i medici di famiglia che per primi possono individuare le bambine a maggior rischio di sviluppo di PCOS (per esempio per basso peso alla nascita, pubarca anticipato o prematuro, ipertricosi pre-puberale, obesità infantile) ed intervenire tempestivamente prevenendo le complicanze che potrebbero influire sul rischio globale di salute a medio e lungo termine. Le modifiche dello stile di vita e la dieta, rappresentano la prima scelta nel management delle donne con PCOS in ogni fascia di età. La metformina rappresenta il farmaco insulino-sensibilizzante più efficace e sicuro da utilizzare, se necessario, in quelle donne in sovrappeso/obese che non hanno ottenuto risultati soddisfacenti ed in quelle normopeso con IGT (alterata tolleranza al glucosio) o diabete mellito tipo 2. Diverse evidenze dimostrano che il trattamento con inositoli può avere un effetto positivo sulla funzione riproduttiva regolarizzando il ciclo mestruale e migliorando la qualità ovocitaria. Insufficienza o deficit di vit. D sono frequenti nelle donne con PCOS, particolarmente in quelle obese, ed è consigliabile correggerli con colecalciferolo (Vit.D3) da assumere secondo specifici schemi terapeutici.

La PCOS: definizione, inquadramento diagnostico, aspetti metabolici, approccio terapeutico.

ALFONSO R
Writing – Original Draft Preparation
2020-01-01

Abstract

La sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) è la più frequente malattia endocrino-ginecologica che interessa le donne in età fertile, con una prevalenza che, utilizzando i criteri di Rotterdam, arriva fino al 20%. L’eziologia è sconosciuta ed è probabilmente legata a fattori sia genetici che ambientali. I segni classici della sindrome (anovulazione, acne, irsutismo, iperandrogenemia, alterazioni mestruali e aspetto micro-policistico dell’ovaio) generalmente sono evidenti nell’adolescenza e nella giovane età adulta. Anche nell’infanzia però, possono manifestarsi segni precoci di PCOS correlati all’iperandrogenismo (pubarca e telarca precoce) ed alle alterazioni metaboliche (obesità, iper-insulinemia, insulino-resistenza). E’ stato ipotizzato che la presenza di tratti genetici e l’esposizione a fattori ambientali possano determinare la comparsa di segni di PCOS agendo già durante la vita intrauterina, nella primissima infanzia e nella menopausa. Pertanto, la PCOS è una sindrome che dura tutta la vita, con segni clinici che iniziano in epoca prenatale e proseguono in età neonatale, durante l’infanzia, l’adolescenza, l’età adulta e anche dopo la menopausa. Tipicamente, le donne con PCOS presentano una cospicua eterogeneità della sintomatologia con diversi fenotipi clinici. La PCOS è anche una patologia metabolica e molte donne affette mostrano alterazioni della sensibilità insulinica ed iperinsulinemia. L’insulino-resistenza è un fattore patogenetico del diabete mellito tipo 2 e queste donne mostrano frequentemente anche disfunzione beta-cellulare con alterazioni della tolleranza ai carboidrati. Esiste una scala di rischio metabolico fra i diversi fenotipi clinici della sindrome. In particolare, l’insulino-resistenza e le alterazioni metaboliche associate sono tipiche dei soggetti con fenotipo classico, cioè con iper-androgenismo e oligo-anovulazione, ma non dei soggetti con fenotipo normoandrogenico, mentre quelli con fenotipo ovulatorio mostrano caratteristiche metaboliche intermedie. Le donne con PCOS dovrebbero essere valutate precocemente per possibili alterazioni della tolleranza ai carboidrati, in particolare quando hanno un eccesso ponderale o altri fattori di rischio per diabete mellito tipo 2 o presentano il fenotipo classico della sindrome. The Lancet Diabetes Endocrinology ricorda che Settembre è il mese dedicato alla divulgazione delle conoscenze scientifiche sulla sindrome dell’ovaio policistico. E’ fondamentale informare e sensibilizzare i pediatri e i medici di famiglia che per primi possono individuare le bambine a maggior rischio di sviluppo di PCOS (per esempio per basso peso alla nascita, pubarca anticipato o prematuro, ipertricosi pre-puberale, obesità infantile) ed intervenire tempestivamente prevenendo le complicanze che potrebbero influire sul rischio globale di salute a medio e lungo termine. Le modifiche dello stile di vita e la dieta, rappresentano la prima scelta nel management delle donne con PCOS in ogni fascia di età. La metformina rappresenta il farmaco insulino-sensibilizzante più efficace e sicuro da utilizzare, se necessario, in quelle donne in sovrappeso/obese che non hanno ottenuto risultati soddisfacenti ed in quelle normopeso con IGT (alterata tolleranza al glucosio) o diabete mellito tipo 2. Diverse evidenze dimostrano che il trattamento con inositoli può avere un effetto positivo sulla funzione riproduttiva regolarizzando il ciclo mestruale e migliorando la qualità ovocitaria. Insufficienza o deficit di vit. D sono frequenti nelle donne con PCOS, particolarmente in quelle obese, ed è consigliabile correggerli con colecalciferolo (Vit.D3) da assumere secondo specifici schemi terapeutici.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11586/406035
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