Avvolta da un amore scabroso e da una passione incestuosa, la Fedra dell’Ippolito di Euripide subisce il proprio destino nella complessità di un personaggio, che non rinuncia all’orgoglio e che cerca di contrastare in tutti i modi il mal d’amore che Afrodite la costringe crudelmente a subire. D’Annunzio recupera la forza violenta del sentimento ardito, ma lo trasforma in un morbo insanabile: Fedra, nell’opera omonima del vate, è, infatti,figurata gemebonda a letto, mentre arde del suo vizio, dopo aver compiuto azioni sciagurate. Qui, scompare l’eroina euripidea preda di sentimenti contrastanti, poiché consapevole del sentimento vergognoso, e si dà spazio ad una donna che possiede sensualità infernale e desiderio di vendetta. Persino la sua morte abbandona ogni aspetto catartico e diviene simbolo della vittoria della sua ferocia.
La Fedra di Euripide: un contromodello dannunziano
Daniela Immacolata Cagnazzo
2020-01-01
Abstract
Avvolta da un amore scabroso e da una passione incestuosa, la Fedra dell’Ippolito di Euripide subisce il proprio destino nella complessità di un personaggio, che non rinuncia all’orgoglio e che cerca di contrastare in tutti i modi il mal d’amore che Afrodite la costringe crudelmente a subire. D’Annunzio recupera la forza violenta del sentimento ardito, ma lo trasforma in un morbo insanabile: Fedra, nell’opera omonima del vate, è, infatti,figurata gemebonda a letto, mentre arde del suo vizio, dopo aver compiuto azioni sciagurate. Qui, scompare l’eroina euripidea preda di sentimenti contrastanti, poiché consapevole del sentimento vergognoso, e si dà spazio ad una donna che possiede sensualità infernale e desiderio di vendetta. Persino la sua morte abbandona ogni aspetto catartico e diviene simbolo della vittoria della sua ferocia.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.