“… La scuola ha il dovere di stimolare i ragazzi a capire il digitale oltre la superficie. A non limitarsi ad essere consumatori di digitale. A non accontentarsi di utilizzare un sito web, un’applicazione, un videogioco, ma progettarne uno …”. Ecco quanto si legge nelle linee guida de “La Buona Scuola”. Facciamo Crescere il Paese del 3 settembre 2014. Una azione educativa innovatrice, che dovrebbe riguardare ogni ordine e grado di scuola, richiede da un lato la costruzione di un curricolo operativo ed interdisciplinare, finalizzato alla soluzione di casi concreti e dall’altro l’utilizzo di metodologie didattiche centrate sull’alunno che diviene fautore e costruttore del proprio sapere. Si sta diffondendo, negli ultimi anni, nel mondo della scuola, del “Maker Moviment” (Halverson & Sheridan, 2014) un movimento culturale che si basa sul tradizionale mondo del “fai da te”. I “makers”, che si possono definire artigiani tecnologici, si occupano di produrre o modificare prodotti di tipo ingegneristico, elettronico, robotico. La “didattica maker” è dunque una didattica del fare in cui le fasi di progettazione e realizzazione di oggetti attraverso le tecnologie divengono l’elemento pregnante e l’allievo diviene il centro del processo di insegnamento – apprendimento. La didattica basata sulla metodologia “thinkering” e l’applicazione del ciclo “Think-Make-Improve” (Martinez & Stager, 2013) parte dall’esperienza pratica e si basa sul confronto e la collaborazione tra i pari (Vygotsky, 1962). Essa sembra consentire l’interiorizzazione di alcuni concetti e sembra far emergere la necessità di un’adeguata fase di progettazione prima di passare alla realizzazione materiale dell’oggetto stesso. L’attività proposta descrive una sperimentazione di Ricerca – Formazione e Ricerca – Azione condotta con la collaborazione di un gruppo di insegnanti della Scuola dell’Infanzia “Madre Teresa di Calcutta” dell’Istituto Comprensivo di San Valentino Torio, nell’ambito del progetto di ricerca sperimentale dell’INDIRE “Costruire giocattoli con la stampante 3D nella scuola dell’Infanzia” per sperimentare l’utilizzo didattico di una stampante 3D. Le nuove tecnologie sono state viste non solo come mezzo per ottimizzare procedure didattiche ma soprattutto come mediatore didattico in grado di generare nuovi modi di conoscere, apprendere e concettualizzare.

La didattica maker nella scuola dell'Infanzia

Capone, Roberto;
2018-01-01

Abstract

“… La scuola ha il dovere di stimolare i ragazzi a capire il digitale oltre la superficie. A non limitarsi ad essere consumatori di digitale. A non accontentarsi di utilizzare un sito web, un’applicazione, un videogioco, ma progettarne uno …”. Ecco quanto si legge nelle linee guida de “La Buona Scuola”. Facciamo Crescere il Paese del 3 settembre 2014. Una azione educativa innovatrice, che dovrebbe riguardare ogni ordine e grado di scuola, richiede da un lato la costruzione di un curricolo operativo ed interdisciplinare, finalizzato alla soluzione di casi concreti e dall’altro l’utilizzo di metodologie didattiche centrate sull’alunno che diviene fautore e costruttore del proprio sapere. Si sta diffondendo, negli ultimi anni, nel mondo della scuola, del “Maker Moviment” (Halverson & Sheridan, 2014) un movimento culturale che si basa sul tradizionale mondo del “fai da te”. I “makers”, che si possono definire artigiani tecnologici, si occupano di produrre o modificare prodotti di tipo ingegneristico, elettronico, robotico. La “didattica maker” è dunque una didattica del fare in cui le fasi di progettazione e realizzazione di oggetti attraverso le tecnologie divengono l’elemento pregnante e l’allievo diviene il centro del processo di insegnamento – apprendimento. La didattica basata sulla metodologia “thinkering” e l’applicazione del ciclo “Think-Make-Improve” (Martinez & Stager, 2013) parte dall’esperienza pratica e si basa sul confronto e la collaborazione tra i pari (Vygotsky, 1962). Essa sembra consentire l’interiorizzazione di alcuni concetti e sembra far emergere la necessità di un’adeguata fase di progettazione prima di passare alla realizzazione materiale dell’oggetto stesso. L’attività proposta descrive una sperimentazione di Ricerca – Formazione e Ricerca – Azione condotta con la collaborazione di un gruppo di insegnanti della Scuola dell’Infanzia “Madre Teresa di Calcutta” dell’Istituto Comprensivo di San Valentino Torio, nell’ambito del progetto di ricerca sperimentale dell’INDIRE “Costruire giocattoli con la stampante 3D nella scuola dell’Infanzia” per sperimentare l’utilizzo didattico di una stampante 3D. Le nuove tecnologie sono state viste non solo come mezzo per ottimizzare procedure didattiche ma soprattutto come mediatore didattico in grado di generare nuovi modi di conoscere, apprendere e concettualizzare.
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