Il contributo propone di indagare la variegata produzione poetica, in lingua e in dialetto, nata in risposta alla terribile epidemia della peste che colpì la città di Napoli nel 1656 e ne decimò la popolazione. Se, da un lato, si possono leggere dettagliati resoconti medici, al passo con i progressi della scienza, che descrivono la malattia nei minimi particolari e suggeriscono crudeli pratiche chirurgiche per debellarla, dall’altro non manca una copiosa produzione lirica che esorcizza il morbo nell’esercizio metaforico. Si analizzeranno, inoltre, anche testi legati al periodo post pestem, che riflettono sulle conseguenze morali del contagio e sull’inevitabile affermarsi di un nuovo ceto, folto di parvenus privi di classe e di cultura, risorti dalle polveri del contagio e sopraffatti da un nuovo, ma inquietante, sentimento di «allegria di naufragi».
Partenope appestata: poesia, riflessione morale e scienza medica intorno alla peste del 1656
Maria Di Maro
2020-01-01
Abstract
Il contributo propone di indagare la variegata produzione poetica, in lingua e in dialetto, nata in risposta alla terribile epidemia della peste che colpì la città di Napoli nel 1656 e ne decimò la popolazione. Se, da un lato, si possono leggere dettagliati resoconti medici, al passo con i progressi della scienza, che descrivono la malattia nei minimi particolari e suggeriscono crudeli pratiche chirurgiche per debellarla, dall’altro non manca una copiosa produzione lirica che esorcizza il morbo nell’esercizio metaforico. Si analizzeranno, inoltre, anche testi legati al periodo post pestem, che riflettono sulle conseguenze morali del contagio e sull’inevitabile affermarsi di un nuovo ceto, folto di parvenus privi di classe e di cultura, risorti dalle polveri del contagio e sopraffatti da un nuovo, ma inquietante, sentimento di «allegria di naufragi».I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.