Ben oltre i confini del ducato estense, Muratori (1672-1750) sin da giovane aderì a forme di modernità improntata alle più importanti accademie e ai circuiti di scambi intellettuali europei. Per oltre sei decenni, la sua viva curiosità si riversò su fenomeni nuovi e vecchi, in rigorosa osservazione scientifica; in particolare nell’opera 'Della forza della fantasia umana' (1745) polemizzò contro magia, stregoneria e altri pregiudizi, bollandoli come fantasie di gente rozza e credulona. Ma sulle forme di ‘immodificabile irrazionalità’ riemergenti per superstizione, incoerenza o incertezza, Nicola Valletta (1750-1814), allievo del Genovesi e docente di diritto all’Università di Napoli, nel 1787 scrisse una Cicalata sul Fascino, volgarmente detto jettatura, fra tono semiserio, in finzione letteraria, e battaglia della ragione dinanzi a motivi oscuri e arcani. Invece per un recupero culturale di tali temi il regnicolo tarantino Marugi (1753-1836) invitava a una riflessione collettiva, oltre l’esoterismo: i suoi 'Capricci sulla jettatura' (1788) appaiono un divertissement non privo di acume antropologico su aspetti della cultura popolare; lo sguardo indagatore dell’autore, medico e riformatore, non si pone tanto come pendant poetico del Muratori, incline al racconto evenemenziale delle pratiche antijettatorie, ma si arricchisce di nuove risonanze, sensibili alle caverne dell’istinto. In Marugj la letterarietà intriga la rappresentazione di fatti e immagini con una freschezza palpabile e in alcuni passaggi antifrastica, al tramonto dei Lumi.
Di fascino e fantasia. Fra L. A Muratori (1745) e G. L. Marugi (1788), in "Natura Società Letteratura", Atti del XXII Congresso dell’ADI - Associazione degli Italianisti (Bologna, 13-15 settembre 2018), a cura di A. Campana e F. Giunta, Roma, Adi editore, 2020 Isbn: 9788890790560
Emilio Filieri
2020-01-01
Abstract
Ben oltre i confini del ducato estense, Muratori (1672-1750) sin da giovane aderì a forme di modernità improntata alle più importanti accademie e ai circuiti di scambi intellettuali europei. Per oltre sei decenni, la sua viva curiosità si riversò su fenomeni nuovi e vecchi, in rigorosa osservazione scientifica; in particolare nell’opera 'Della forza della fantasia umana' (1745) polemizzò contro magia, stregoneria e altri pregiudizi, bollandoli come fantasie di gente rozza e credulona. Ma sulle forme di ‘immodificabile irrazionalità’ riemergenti per superstizione, incoerenza o incertezza, Nicola Valletta (1750-1814), allievo del Genovesi e docente di diritto all’Università di Napoli, nel 1787 scrisse una Cicalata sul Fascino, volgarmente detto jettatura, fra tono semiserio, in finzione letteraria, e battaglia della ragione dinanzi a motivi oscuri e arcani. Invece per un recupero culturale di tali temi il regnicolo tarantino Marugi (1753-1836) invitava a una riflessione collettiva, oltre l’esoterismo: i suoi 'Capricci sulla jettatura' (1788) appaiono un divertissement non privo di acume antropologico su aspetti della cultura popolare; lo sguardo indagatore dell’autore, medico e riformatore, non si pone tanto come pendant poetico del Muratori, incline al racconto evenemenziale delle pratiche antijettatorie, ma si arricchisce di nuove risonanze, sensibili alle caverne dell’istinto. In Marugj la letterarietà intriga la rappresentazione di fatti e immagini con una freschezza palpabile e in alcuni passaggi antifrastica, al tramonto dei Lumi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.