Occorre riflettere sullo scandalo del male ripercorrendo le teorie di grandi pensatori quali Ricoeur, Heidegger, Lyotard. Occorre una apertura alla storicità, alla imprevedibilità dei fatti, all’evento, alla soggettività che contrasti l’appiattirsi della ricerca scientifica e filosofica, e quindi anche pedagogica, solo sulla ragione, sul pensiero sulle idee, sulle rappresentazioni, sui linguaggi. La ricerca deve guardare all’esistenza e non solo all’essenza, al sentimento e non solo alla ragione, alla libertà e non solo alla necessità. Al culto della ragione e della scienza, con cui l’uomo veniva sempre più omologato e naturalizzato, si contrappone la ricerca di una cultura più spiritualistica, impressionistica, perfino irrazionalista, volta comunque a riproporre il significato e il ruolo della soggettività individuale. In un mondo che ha fatto del mercato il dio Moloch che tutto smuove e regola, l’invito è quello di riscoprire la dimensione e la proprietà del dono, del gratuito, della responsabilità come condivisione. Una riscoperta che, allontanandoci dalla logica mercantile dello scambio e del do ut des, fa della responsabilità il principio fondante della vita sociale e della stessa realtà.

Dal male alla responsabilità come condivisione. Auschwitz: paradigma di negazione assiologica dell'umano.

Pesare, Franca
2019-01-01

Abstract

Occorre riflettere sullo scandalo del male ripercorrendo le teorie di grandi pensatori quali Ricoeur, Heidegger, Lyotard. Occorre una apertura alla storicità, alla imprevedibilità dei fatti, all’evento, alla soggettività che contrasti l’appiattirsi della ricerca scientifica e filosofica, e quindi anche pedagogica, solo sulla ragione, sul pensiero sulle idee, sulle rappresentazioni, sui linguaggi. La ricerca deve guardare all’esistenza e non solo all’essenza, al sentimento e non solo alla ragione, alla libertà e non solo alla necessità. Al culto della ragione e della scienza, con cui l’uomo veniva sempre più omologato e naturalizzato, si contrappone la ricerca di una cultura più spiritualistica, impressionistica, perfino irrazionalista, volta comunque a riproporre il significato e il ruolo della soggettività individuale. In un mondo che ha fatto del mercato il dio Moloch che tutto smuove e regola, l’invito è quello di riscoprire la dimensione e la proprietà del dono, del gratuito, della responsabilità come condivisione. Una riscoperta che, allontanandoci dalla logica mercantile dello scambio e del do ut des, fa della responsabilità il principio fondante della vita sociale e della stessa realtà.
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