La produttività degli alberi da frutto è linearmente legata alla quantità di luce intercettata; tuttavia tale relazione diviene meno stretta quando il livello di luce intercettata supera il 50% della radiazione disponibile. In questo lavoro vengono presentati i risultati di studi riguardanti la gestione della radiazione incidente da parte di piante di pesco, attraverso misure di intercettazione luminosa e scambio gassoso su chiome intere, combinate con rilievi di scambio gassoso e fluorescenza della clorofilla a livello di singola foglia. La prova è stata condotta su alberi appartenenti ad un frutteto sperimentale denominato “Pescheto Asimmetrico”, dove diverse combinazioni di orientamento dei filari ed inclinazione delle chiome hanno permesso la sussistenza di tre differenti profili radiativi (C, E, O) nelle medesime condizioni di campo. I livelli di fotosintesi netta (NCU) e traspirazione (TRWP) della chioma misurati sulle piante di controllo (C) sono risultati simili a quelli della tesi O, sebbene quest’ultima abbia intercettato la quantità più alta di luce, soprattutto al mattino. Gli alberi sottoposti ad alta irradianza al pomeriggio (E) hanno mostrato i valori di NCU e TRWP più alti, mantenendo un efficienza d’uso dell’ acqua (WUE) simile alle rimanenti tesi poste a confronto. Nei peschi della tesi O il fotodanno è stato più alto che in C e E, rispettivamente del 29% e 8%. L’analisi della ripartizione dell’energia assorbita ha evidenziato che la dissipazione termica (non photochemical quenching, NPQ) è risultata il meccanismo fotoprotettivo principale per la dissipazione degli eccessi luminosi, anche se alle radiazioni medio-basse sembrerebbe limitata dalla bassa concentrazione di H+ nel lumen dei tilaciodi. I trasporti elettronici alternativi (NC) hanno mostrato una maggiore efficienza fotoprotettiva a livelli luminosi medio-bassi facilitando, inoltre, l’instaurarsi di un pH ottimale per la piena attivazione del NPQ. I risultati ottenuti suggeriscono che in molti casi, specie nelle zone con alti livelli luminosi e bassa disponibilità idrica, la radiazione luminosa è eccessiva e può causare limitazioni termiche e stomatiche in aggiunta all’aumento del fotodanno, la cui riparazione richiede energia in forma di assimilati sottratti all’accumulo di sostanza secca ed alla produttività.

Il “pescheto asimmetrico” uno strumento di studio delle relazioni pianta-luce

LOSCIALE P.;
2010-01-01

Abstract

La produttività degli alberi da frutto è linearmente legata alla quantità di luce intercettata; tuttavia tale relazione diviene meno stretta quando il livello di luce intercettata supera il 50% della radiazione disponibile. In questo lavoro vengono presentati i risultati di studi riguardanti la gestione della radiazione incidente da parte di piante di pesco, attraverso misure di intercettazione luminosa e scambio gassoso su chiome intere, combinate con rilievi di scambio gassoso e fluorescenza della clorofilla a livello di singola foglia. La prova è stata condotta su alberi appartenenti ad un frutteto sperimentale denominato “Pescheto Asimmetrico”, dove diverse combinazioni di orientamento dei filari ed inclinazione delle chiome hanno permesso la sussistenza di tre differenti profili radiativi (C, E, O) nelle medesime condizioni di campo. I livelli di fotosintesi netta (NCU) e traspirazione (TRWP) della chioma misurati sulle piante di controllo (C) sono risultati simili a quelli della tesi O, sebbene quest’ultima abbia intercettato la quantità più alta di luce, soprattutto al mattino. Gli alberi sottoposti ad alta irradianza al pomeriggio (E) hanno mostrato i valori di NCU e TRWP più alti, mantenendo un efficienza d’uso dell’ acqua (WUE) simile alle rimanenti tesi poste a confronto. Nei peschi della tesi O il fotodanno è stato più alto che in C e E, rispettivamente del 29% e 8%. L’analisi della ripartizione dell’energia assorbita ha evidenziato che la dissipazione termica (non photochemical quenching, NPQ) è risultata il meccanismo fotoprotettivo principale per la dissipazione degli eccessi luminosi, anche se alle radiazioni medio-basse sembrerebbe limitata dalla bassa concentrazione di H+ nel lumen dei tilaciodi. I trasporti elettronici alternativi (NC) hanno mostrato una maggiore efficienza fotoprotettiva a livelli luminosi medio-bassi facilitando, inoltre, l’instaurarsi di un pH ottimale per la piena attivazione del NPQ. I risultati ottenuti suggeriscono che in molti casi, specie nelle zone con alti livelli luminosi e bassa disponibilità idrica, la radiazione luminosa è eccessiva e può causare limitazioni termiche e stomatiche in aggiunta all’aumento del fotodanno, la cui riparazione richiede energia in forma di assimilati sottratti all’accumulo di sostanza secca ed alla produttività.
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