Le riforme nel sistema di istruzione universitaria, motivate in primo luogo dalla necessità di avvicinare il mondo delle università ai fabbisogni dell’economia e delle imprese, hanno modificato l’offerta di istruzione universitaria italiana. Il presente lavoro analizza la mobilità studentesca negli atenei italiani, come utile strumento di impulso alla competitività fra gli atenei e per comprendere le cause che la determinano. Analizzando il caso italiano, le sedi universitari maggiormente attrattive rappresentano i diversi modelli del rapporto tra città e università e sono in grado di fornire un elevato livello di servizi sociali e culturali che certamente costituiscono un elemento capace di influenzare la scelta della sede degli studenti. A livello territoriale l’analisi della mobilità, studiata attraverso la costruzione di indicatori, conferma la tendenziale attrattività delle province del Centro Nord Italia rispetto a quelle del Sud Italia. La rappresentazione dei valori attribuiti alle singole aree geografiche, corrispondenti alle province, avviene attraverso cartogrammi. La determinazione degli estremi degli intervalli è stata ottenuta utilizzando un algoritmo di ottimizzazione iterativo dovuto a Jenks (1967), che individua le fratture nella distribuzione della variabile con l’aiuto della misura statistica della “bontà di adattamento alla varianza”, o Goodness of Variance Fit (GVF). La comparazione con altri studi effettuati su tale tematica ha evidenziato che fra le cause che influenzano la mobilità in ingresso è necessario distinguere fattori endogeni ed esogeni. Fra i primi ricordiamo la qualità della didattica erogata e la qualità dei servizi agli studenti. Fra i fattori esogeni si annoverano: l’accessibilità delle sedi didattiche in termini di costo del trasporto (quasi sempre funzione della distanza chilometrica) e qualità del viaggio (comfort e durata), “l’atmosfera culturale” e la vivibilità del “tempo libero” della città, oltre alla generica qualità della vita.

Analisi della mobilità studentesca negli atenei italiani: bacini di utenza e competizione tra gli atenei

paola perchinunno;massari antonella;Iaquinta Massimo;Lucia Mongelli
2018-01-01

Abstract

Le riforme nel sistema di istruzione universitaria, motivate in primo luogo dalla necessità di avvicinare il mondo delle università ai fabbisogni dell’economia e delle imprese, hanno modificato l’offerta di istruzione universitaria italiana. Il presente lavoro analizza la mobilità studentesca negli atenei italiani, come utile strumento di impulso alla competitività fra gli atenei e per comprendere le cause che la determinano. Analizzando il caso italiano, le sedi universitari maggiormente attrattive rappresentano i diversi modelli del rapporto tra città e università e sono in grado di fornire un elevato livello di servizi sociali e culturali che certamente costituiscono un elemento capace di influenzare la scelta della sede degli studenti. A livello territoriale l’analisi della mobilità, studiata attraverso la costruzione di indicatori, conferma la tendenziale attrattività delle province del Centro Nord Italia rispetto a quelle del Sud Italia. La rappresentazione dei valori attribuiti alle singole aree geografiche, corrispondenti alle province, avviene attraverso cartogrammi. La determinazione degli estremi degli intervalli è stata ottenuta utilizzando un algoritmo di ottimizzazione iterativo dovuto a Jenks (1967), che individua le fratture nella distribuzione della variabile con l’aiuto della misura statistica della “bontà di adattamento alla varianza”, o Goodness of Variance Fit (GVF). La comparazione con altri studi effettuati su tale tematica ha evidenziato che fra le cause che influenzano la mobilità in ingresso è necessario distinguere fattori endogeni ed esogeni. Fra i primi ricordiamo la qualità della didattica erogata e la qualità dei servizi agli studenti. Fra i fattori esogeni si annoverano: l’accessibilità delle sedi didattiche in termini di costo del trasporto (quasi sempre funzione della distanza chilometrica) e qualità del viaggio (comfort e durata), “l’atmosfera culturale” e la vivibilità del “tempo libero” della città, oltre alla generica qualità della vita.
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