Il concetto di pericolosità sismica misura la probabilità che in un dato luogo e in un definito arco di tempo si verifichino scuotimenti sismici potenzialmente capaci di produrre effetti di danneggiamento. Le stime di pericolosità sono finalizzate a definire i livelli di scuotimento rispetto ai quali si vuole garantire un margine di sicurezza rispetto al verificarsi di danneggiamenti. Ciò è ottenuto attraverso il calcolo di livelli di scuotimento (per esempio accelerazioni del suolo) che hanno una definita ‘probabilità di eccedenza’, cioè una definita probabilità di essere superati, dove tale probabilità è fissata a rappresentare un livello di ‘rischio accettabilmente basso’. Tali livelli di scuotimento servono a definire le azioni sismiche di progetto, cioè le caratteristiche degli scuotimenti sismici rispetto ai quali occorre prendere misure di tutela per mantenere il rischio di danneggiamento entro i limiti fissati. I dati su cui si basano le stime di pericolosità finalizzate al calcolo di tali azioni sismiche di progetto sono, in Italia, principalmente costituiti da informazioni sulla sismicità storica. Attraverso un’analisi congiunta di esperti di sismologia e di esperti nell’interpretazione di fonti storiche che descrivono gli effetti di terremoti, si possono determinare i parametri essenziali di eventi sismici su lunghi intervalli di tempo, per i quali non si dispone di osservazioni strumentali. L’applicazione di questo approccio allo studio della pericolosità sismica della Capitanata ha messo in evidenza come la sua pericolosità, pur essendo inferiore a quella delle vicine regioni appenniniche, è tutt’altro che trascurabile, dal momento che ci sono evidenze storiche di eventi sismici di elevata energia (magnitudo pari o superiore a 6.0) in diverse occasioni, con effetti devastanti e vittime anche dell’ordine delle migliaia. Il fatto che tali eventi abbiano una ricorrenza temporale meno frequente rispetto alle aree appenniniche determina maggiori incertezze nelle stime statistiche della pericolosità, ma un supporto al miglioramento di queste valutazioni può derivare dall’integrazione dei dati storici con le osservazioni strumentali di eventi di bassa energia. I dati sui piccoli terremoti consentono infatti di meglio vincolare le stime dei tempi medi di ricorrenza anche dei terremoti più grandi. Alcuni aspetti critici di tali stime riguardano l’identificazione delle sorgenti dei maggiori terremoti del passato, che potenzialmente potrebbero riattivarsi in futuro, e la valutazione di come condizioni geologiche locali di amplificazione delle onde sismiche possono rendere pericolosi anche i risentimenti di terremoti originati in aree contigue, dove forti terremoti avvengono più di frequente. Su queste tematiche è importante investire risorse per migliorare le conoscenze sulla pericolosità della Capitanata, particolarmente con riferimento a misure di protezione sismica. Tali misure vanno pensate non solo rispetto dell’edificato comune ma anche per il patrimonio storico, artistico, monumentale, per il quale le azioni sismiche di progetto vanno valutate con specifico riferimento a un più lungo orizzonte temporale, entro il quale si ha interesse a salvaguardare il patrimonio culturale del territorio.

La pericolosità sismica in Capitanata

Vincenzo Del Gaudio
2017-01-01

Abstract

Il concetto di pericolosità sismica misura la probabilità che in un dato luogo e in un definito arco di tempo si verifichino scuotimenti sismici potenzialmente capaci di produrre effetti di danneggiamento. Le stime di pericolosità sono finalizzate a definire i livelli di scuotimento rispetto ai quali si vuole garantire un margine di sicurezza rispetto al verificarsi di danneggiamenti. Ciò è ottenuto attraverso il calcolo di livelli di scuotimento (per esempio accelerazioni del suolo) che hanno una definita ‘probabilità di eccedenza’, cioè una definita probabilità di essere superati, dove tale probabilità è fissata a rappresentare un livello di ‘rischio accettabilmente basso’. Tali livelli di scuotimento servono a definire le azioni sismiche di progetto, cioè le caratteristiche degli scuotimenti sismici rispetto ai quali occorre prendere misure di tutela per mantenere il rischio di danneggiamento entro i limiti fissati. I dati su cui si basano le stime di pericolosità finalizzate al calcolo di tali azioni sismiche di progetto sono, in Italia, principalmente costituiti da informazioni sulla sismicità storica. Attraverso un’analisi congiunta di esperti di sismologia e di esperti nell’interpretazione di fonti storiche che descrivono gli effetti di terremoti, si possono determinare i parametri essenziali di eventi sismici su lunghi intervalli di tempo, per i quali non si dispone di osservazioni strumentali. L’applicazione di questo approccio allo studio della pericolosità sismica della Capitanata ha messo in evidenza come la sua pericolosità, pur essendo inferiore a quella delle vicine regioni appenniniche, è tutt’altro che trascurabile, dal momento che ci sono evidenze storiche di eventi sismici di elevata energia (magnitudo pari o superiore a 6.0) in diverse occasioni, con effetti devastanti e vittime anche dell’ordine delle migliaia. Il fatto che tali eventi abbiano una ricorrenza temporale meno frequente rispetto alle aree appenniniche determina maggiori incertezze nelle stime statistiche della pericolosità, ma un supporto al miglioramento di queste valutazioni può derivare dall’integrazione dei dati storici con le osservazioni strumentali di eventi di bassa energia. I dati sui piccoli terremoti consentono infatti di meglio vincolare le stime dei tempi medi di ricorrenza anche dei terremoti più grandi. Alcuni aspetti critici di tali stime riguardano l’identificazione delle sorgenti dei maggiori terremoti del passato, che potenzialmente potrebbero riattivarsi in futuro, e la valutazione di come condizioni geologiche locali di amplificazione delle onde sismiche possono rendere pericolosi anche i risentimenti di terremoti originati in aree contigue, dove forti terremoti avvengono più di frequente. Su queste tematiche è importante investire risorse per migliorare le conoscenze sulla pericolosità della Capitanata, particolarmente con riferimento a misure di protezione sismica. Tali misure vanno pensate non solo rispetto dell’edificato comune ma anche per il patrimonio storico, artistico, monumentale, per il quale le azioni sismiche di progetto vanno valutate con specifico riferimento a un più lungo orizzonte temporale, entro il quale si ha interesse a salvaguardare il patrimonio culturale del territorio.
2017
978-88-7228-838-2
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11586/219479
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact