È stato dimostrato da diversi studi effettuati sulla comunicazione umana nonché sul comportamento comunicativo animale che parametri prosodici come l’intensità, la velocità di eloquio e la frequenza fondamentale influenzino notevolmente la percezione di alcuni tratti della personalità e della fisicità dello speaker. Dagli anni ‘70 del ‘900 ad oggi, sono state effettuate numerose ricerche sul legame esistente fra le caratteristiche acustiche della voce e le informazioni trasmesse dal parlante al suo interlocutore. La variabile più coinvolta ai fini della percezione della personalità dello speaker mediante la voce sembrerebbe essere la frequenza fondamentale. Secondo quanto teorizzato da John Ohala (1984, 1994), una voce caratterizzata da una F0 bassa rispetto allo standard è generalmente associata a dominanza, sicurezza di sé ed imponenza fisica, al contrario, una voce caratterizzata da una F0 alta è solitamente associata a sottomissione, insicurezza e ridotta fisicità. Tale assunto è stato dimostrato dal linguista americano tramite un esperimento che ha previsto la somministrazione di tracce audio sintetizzate ad un gruppo di ascoltatori; l’analisi dei dati raccolti ha evidenziato che le voci più basse in frequenza erano avvertite dagli ascoltatori come più dominanti rispetto alle voci caratterizzate da un valore di F0 alto. Esistono numerose somiglianze cross-linguistiche e cross-culturali che dimostrano il carattere innato che è alla base del Codice della Frequenza ma, considerando gli effetti realizzati dai valori estremi della Frequenza Fondamentale, non si può escluderne un uso consapevole da parte dei parlanti, soprattutto in ambito politico-sociale. Dal nucleo del Codice della Frequenza si è dipartita negli anni una serie, ampia e diversificata, di altri filoni di ricerca, alcuni dei quali indagati prevalentemente in ambito sociologico e psicolinguistico, fra i tanti citiamo il copioso ambito relativo alle differenze fra la voce maschile e femminile (Collins 2002), il Codice dell’Iconicità elaborato da Vaissiere, i Codici Biologici di Gussenhoven, l’interessante e attualissimo filone teso ad indagare i marcatori prosodici della voce carismatica, soprattutto in ambito politico (Rosemberg & Hirschberg 2009; Signorello et alii. 2001, 2014, 2002) ed infine quello dedicato alla nascita e al consolidamento dello stereotipo sociale (Strand 1999; Hongliu Jang 2011, 2002). I suddetti studi hanno analizzato le modalità attraverso le quali alcune caratteristiche acustiche della voce possono influenzare la percezione della fisicità e della personalità del parlante, incentrando l’esame esclusivamente sulla voce maschile o, in altri casi, sul confronto fra la voce acuta femminile e la voce grave maschile. Nella presente ricerca ci proponiamo di indagare diversi timbri di voci femminili al fine di verificare se, anche in un campione omogeneo rispetto al parametro genere, sia possibile assegnare tratti differenzianti (di personalità o di fisicità) partendo dal mero ascolto della voce. Si è optato, quindi, per l’analisi di sole voci femminili molto diverse fra loro dal punto di vista frequenziale, evitando la possibilità che gli ascoltatori, durante il test uditivo effettuato, potessero incappare in qualsivoglia stereotipo socioculturale consolidatosi nel tempo in seguito al confronto con la voce maschile.
Il Codice della Frequenza: una valutazione acustica e uditiva della voce femminile in rapporto ad alcuni tratti della personalità
Sorianello Patrizia
Writing – Original Draft Preparation
;Gurrado Glenda
Writing – Original Draft Preparation
2017-01-01
Abstract
È stato dimostrato da diversi studi effettuati sulla comunicazione umana nonché sul comportamento comunicativo animale che parametri prosodici come l’intensità, la velocità di eloquio e la frequenza fondamentale influenzino notevolmente la percezione di alcuni tratti della personalità e della fisicità dello speaker. Dagli anni ‘70 del ‘900 ad oggi, sono state effettuate numerose ricerche sul legame esistente fra le caratteristiche acustiche della voce e le informazioni trasmesse dal parlante al suo interlocutore. La variabile più coinvolta ai fini della percezione della personalità dello speaker mediante la voce sembrerebbe essere la frequenza fondamentale. Secondo quanto teorizzato da John Ohala (1984, 1994), una voce caratterizzata da una F0 bassa rispetto allo standard è generalmente associata a dominanza, sicurezza di sé ed imponenza fisica, al contrario, una voce caratterizzata da una F0 alta è solitamente associata a sottomissione, insicurezza e ridotta fisicità. Tale assunto è stato dimostrato dal linguista americano tramite un esperimento che ha previsto la somministrazione di tracce audio sintetizzate ad un gruppo di ascoltatori; l’analisi dei dati raccolti ha evidenziato che le voci più basse in frequenza erano avvertite dagli ascoltatori come più dominanti rispetto alle voci caratterizzate da un valore di F0 alto. Esistono numerose somiglianze cross-linguistiche e cross-culturali che dimostrano il carattere innato che è alla base del Codice della Frequenza ma, considerando gli effetti realizzati dai valori estremi della Frequenza Fondamentale, non si può escluderne un uso consapevole da parte dei parlanti, soprattutto in ambito politico-sociale. Dal nucleo del Codice della Frequenza si è dipartita negli anni una serie, ampia e diversificata, di altri filoni di ricerca, alcuni dei quali indagati prevalentemente in ambito sociologico e psicolinguistico, fra i tanti citiamo il copioso ambito relativo alle differenze fra la voce maschile e femminile (Collins 2002), il Codice dell’Iconicità elaborato da Vaissiere, i Codici Biologici di Gussenhoven, l’interessante e attualissimo filone teso ad indagare i marcatori prosodici della voce carismatica, soprattutto in ambito politico (Rosemberg & Hirschberg 2009; Signorello et alii. 2001, 2014, 2002) ed infine quello dedicato alla nascita e al consolidamento dello stereotipo sociale (Strand 1999; Hongliu Jang 2011, 2002). I suddetti studi hanno analizzato le modalità attraverso le quali alcune caratteristiche acustiche della voce possono influenzare la percezione della fisicità e della personalità del parlante, incentrando l’esame esclusivamente sulla voce maschile o, in altri casi, sul confronto fra la voce acuta femminile e la voce grave maschile. Nella presente ricerca ci proponiamo di indagare diversi timbri di voci femminili al fine di verificare se, anche in un campione omogeneo rispetto al parametro genere, sia possibile assegnare tratti differenzianti (di personalità o di fisicità) partendo dal mero ascolto della voce. Si è optato, quindi, per l’analisi di sole voci femminili molto diverse fra loro dal punto di vista frequenziale, evitando la possibilità che gli ascoltatori, durante il test uditivo effettuato, potessero incappare in qualsivoglia stereotipo socioculturale consolidatosi nel tempo in seguito al confronto con la voce maschile.File | Dimensione | Formato | |
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