The Romanization process involved the central Apulia, partly coinciding with the ancient Peucetia, within a long chronological period that could be placed between the end of the 4th-beginning of the 3rd century B.C. and the municipalisation following the Bellum Sociale. In this context the funerary space is undoubtedly one of the indicators that, by quantity and articulation of the available documentation, allows us to grasp the successive and gradual changes that occurred in this part of the Adriatic Southern Italy, in the sign of the progressive acquisition of Roman culture. The topography of the funerary clusters inside the areas destined to the depositions, the typology of the burials, the documented ritual, the articulation of the funerary assemblages, together with the relationship between necropolis and indigenous settlements – many of which did not reach municipal autonomy – allow to reconstruct forms and phases of a complex and articulated process, in which along with phenomena of persistence of indigenous culture, early contacts with Roman culture are noted – as other indicators suggest, although conspicuously less relevant: topography of proto-urban and urban spaces; rural settlement dynamics; road infrastructures; adaptation of short and few indigenous issues to the weight system of Roman coinage; production and circulation of goods, especially wares –.

Il processo di romanizzazione interessò l’area della Puglia centrale, coincidente in parte con l’antica Peucetia, entro un lungo arco cronologico collocabile fra la fine del IV-inizi del III sec. a.C. e la municipalizzazione successiva al bellum sociale. Uno degli indicatori che, per quantità e articolazione della documentazione disponibile, consente di cogliere i successivi e graduali mutamenti occorsi in questa parte del Meridione adriatico d’Italia, nel segno della progressiva acquisizione della cultura romana, è rappresentato senza dubbio dallo spazio funerario. La topografia dei nuclei funerari all’interno delle aree destinate alle deposizioni, la tipologia delle sepolture, il rituale documentato, l’articolazione dei corredi, insieme al rapporto fra spazio necropolare e insediamenti indigeni − molti dei quali non raggiunsero autonomia municipale − consentono di ricostruire forme e fasi di un processo complesso e articolato, nel quale – come suggeriscono altri indicatori, pur cospicuamente meno rilevanti: topografia degli spazi protourbani e urbani; dinamiche insediative rurali; infrastrutturazione viaria; adeguamento delle brevi e rade emissioni indigene al sistema ponderale della monetazione romana; produzione e circolazione delle merci, soprattutto ceramiche −, accanto a fenomeni di persistenza della cultura indigena, si rilevano precoci contatti con la cultura romana.

Lo spazio funerario nella Puglia centrale nell’età della romanizzazione

Fioriello, Custode Silvio
;
In corso di stampa

Abstract

Il processo di romanizzazione interessò l’area della Puglia centrale, coincidente in parte con l’antica Peucetia, entro un lungo arco cronologico collocabile fra la fine del IV-inizi del III sec. a.C. e la municipalizzazione successiva al bellum sociale. Uno degli indicatori che, per quantità e articolazione della documentazione disponibile, consente di cogliere i successivi e graduali mutamenti occorsi in questa parte del Meridione adriatico d’Italia, nel segno della progressiva acquisizione della cultura romana, è rappresentato senza dubbio dallo spazio funerario. La topografia dei nuclei funerari all’interno delle aree destinate alle deposizioni, la tipologia delle sepolture, il rituale documentato, l’articolazione dei corredi, insieme al rapporto fra spazio necropolare e insediamenti indigeni − molti dei quali non raggiunsero autonomia municipale − consentono di ricostruire forme e fasi di un processo complesso e articolato, nel quale – come suggeriscono altri indicatori, pur cospicuamente meno rilevanti: topografia degli spazi protourbani e urbani; dinamiche insediative rurali; infrastrutturazione viaria; adeguamento delle brevi e rade emissioni indigene al sistema ponderale della monetazione romana; produzione e circolazione delle merci, soprattutto ceramiche −, accanto a fenomeni di persistenza della cultura indigena, si rilevano precoci contatti con la cultura romana.
In corso di stampa
978-88-5491-235-9
The Romanization process involved the central Apulia, partly coinciding with the ancient Peucetia, within a long chronological period that could be placed between the end of the 4th-beginning of the 3rd century B.C. and the municipalisation following the Bellum Sociale. In this context the funerary space is undoubtedly one of the indicators that, by quantity and articulation of the available documentation, allows us to grasp the successive and gradual changes that occurred in this part of the Adriatic Southern Italy, in the sign of the progressive acquisition of Roman culture. The topography of the funerary clusters inside the areas destined to the depositions, the typology of the burials, the documented ritual, the articulation of the funerary assemblages, together with the relationship between necropolis and indigenous settlements – many of which did not reach municipal autonomy – allow to reconstruct forms and phases of a complex and articulated process, in which along with phenomena of persistence of indigenous culture, early contacts with Roman culture are noted – as other indicators suggest, although conspicuously less relevant: topography of proto-urban and urban spaces; rural settlement dynamics; road infrastructures; adaptation of short and few indigenous issues to the weight system of Roman coinage; production and circulation of goods, especially wares –.
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