Il trinomio “colpa – etica - espiazione” attraversa, seppure con accenti diversi, tutte le tradizioni religiose, grandi e piccole, antiche e moderne. Le religioni abramitiche fondano le metanarrazioni sulla rottura di un patto (colpa), sul lungo processo di espiazione fondato su un nuovo ethos, fino alla ricomposizione della rottura (la sconfitta del diavolo, dal greco dia ballo,”separare”). Questo tema, paradossalmente diviene luogo simbolico di acceso confronto culturale (quando non armato), poiché se ogni tradizione religiosa vive perché riconosce una colpa originaria che deve essere espiata mediante procedure definite (teologicamente fondate e socialmente accettate), ciascuna fede ha la “propria colpa”, la “propria etica” e la “propria modalità di espiazione”, che sono percepite come fisiologiche: l’altrui colpa è invece vissuta come una sorta di “patologia” sul piano teologico, culturale e sociale. Su questa base si attivano i meccanismi di costruzione dell’identità collettiva e degli universi simbolici, attraverso diversi processi, primo tra i quali la celebrazione di riti, che hanno la fondamentale funzione di mettere a fuoco l’insieme dei valori e di diffonderlo attraverso i suoi membri i quali più partecipano più si convincono della loro scelta come giusta. Quest'ultimo effetto è di tale pregnanza che permane, seppur indebolito, anche in assenza di una successiva, ulteriore partecipazione continua. Questo processo triadico è parte della lezione berger-luckmaniana (1966) ed è costitutivo dell’impianto valoriale che presiede all’agire sociale, facendo leva su una concezione del mondo oggettivata e storicizzata, e perciò dotata di un carattere religioso dal quale non è facile prescindere. Si pone dunque come impellente la proposta della categoria di “relativismo culturale” come trasversale alle varie tradizioni religiose, come fondante quella “tolleranza” che l’epoca dei lumi ci ha consegnato.

Colpa, etica ed espiazione nelle tradizioni religiose

Alberto Fornasari
2017-01-01

Abstract

Il trinomio “colpa – etica - espiazione” attraversa, seppure con accenti diversi, tutte le tradizioni religiose, grandi e piccole, antiche e moderne. Le religioni abramitiche fondano le metanarrazioni sulla rottura di un patto (colpa), sul lungo processo di espiazione fondato su un nuovo ethos, fino alla ricomposizione della rottura (la sconfitta del diavolo, dal greco dia ballo,”separare”). Questo tema, paradossalmente diviene luogo simbolico di acceso confronto culturale (quando non armato), poiché se ogni tradizione religiosa vive perché riconosce una colpa originaria che deve essere espiata mediante procedure definite (teologicamente fondate e socialmente accettate), ciascuna fede ha la “propria colpa”, la “propria etica” e la “propria modalità di espiazione”, che sono percepite come fisiologiche: l’altrui colpa è invece vissuta come una sorta di “patologia” sul piano teologico, culturale e sociale. Su questa base si attivano i meccanismi di costruzione dell’identità collettiva e degli universi simbolici, attraverso diversi processi, primo tra i quali la celebrazione di riti, che hanno la fondamentale funzione di mettere a fuoco l’insieme dei valori e di diffonderlo attraverso i suoi membri i quali più partecipano più si convincono della loro scelta come giusta. Quest'ultimo effetto è di tale pregnanza che permane, seppur indebolito, anche in assenza di una successiva, ulteriore partecipazione continua. Questo processo triadico è parte della lezione berger-luckmaniana (1966) ed è costitutivo dell’impianto valoriale che presiede all’agire sociale, facendo leva su una concezione del mondo oggettivata e storicizzata, e perciò dotata di un carattere religioso dal quale non è facile prescindere. Si pone dunque come impellente la proposta della categoria di “relativismo culturale” come trasversale alle varie tradizioni religiose, come fondante quella “tolleranza” che l’epoca dei lumi ci ha consegnato.
2017
978-88-942887-0-4
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