Questo lavoro si pone all’interno di un vasto progetto di studio sulla ceramica Apula a figure rosse (1-5) ed evidenzia l’importanza di una approfondita indagine archeometrica per un preciso e rigoroso restauro dei vasi. I reperti indagati, che coprono l’intero arco temporale di produzione (dall’Antico al Tardo Apulo), provengono da Ruvo di Puglia. Parte di essi fanno parte della collezione Intesa Sanpaolo (ex collezione Caputi) e sono custoditi nelle Gallerie d’Italia a Vicenza, altri fanno parte della collezione del Museo Archeologico di Napoli (MANN) e sono custoditi all’interno dello stesso Museo. Tutti i vasi indagati hanno subito interventi di restauri, non sempre documentati, per cui l’attenzione è stata posta sulla verifica di autenticità di alcune parti di essi, funzionale, nel caso dei vasi del MANN, alle successive operazioni di integrazione e restauro. Le indagini sono state condotte mediante una strategia multi-tecniche (Spettrometria di Massa al Plasma Induttivamente Accoppiata, Microscopia Elettronica a Scansione e microanalisi, Diffrazione a Raggi X e Spettroscopie Raman ed IR a trasformata di Fourier) ed hanno portato ad una completa caratterizzazione dei corpi ceramici e delle superfici. I risultati ottenuti, oltre a permettere di individuare parti non originali dei vasi (accuratamente mimetizzate durante i restauri ottocenteschi), hanno fornito importanti informazioni sulle tecniche di restauro impiegate durante il XIX secolo. Dal confronto poi con dati relativi a reperti della stessa classe, provenienti da siti archeologici pugliesi, è stato possibile confermare su base oggettiva la provenienza delle materie prime impiegate ed individuare differenze composizionali e tecnologiche fra vasi attribuiti a pittori diversi. Tutte queste informazioni potranno essere utili non solo nella progettazione di interventi di restauro per i vasi di questa classe ma anche per lo studio dei vasi decontestualizzati (es. vasi custoditi nei più importanti musei o appartenenti a collezioni private, in Italia e all’estero o provenienti dal mercato clandestino), che costituiscono, purtroppo, una parte rilevante di questa classe ceramica.

Reperti apuli a figure rosse provenienti dalla collezione Intesa Sanpaolo. Indagini su azioni di restauro e tecnologia di produzione

Lorena Carla Giannossa;Annarosa Mangone
2017-01-01

Abstract

Questo lavoro si pone all’interno di un vasto progetto di studio sulla ceramica Apula a figure rosse (1-5) ed evidenzia l’importanza di una approfondita indagine archeometrica per un preciso e rigoroso restauro dei vasi. I reperti indagati, che coprono l’intero arco temporale di produzione (dall’Antico al Tardo Apulo), provengono da Ruvo di Puglia. Parte di essi fanno parte della collezione Intesa Sanpaolo (ex collezione Caputi) e sono custoditi nelle Gallerie d’Italia a Vicenza, altri fanno parte della collezione del Museo Archeologico di Napoli (MANN) e sono custoditi all’interno dello stesso Museo. Tutti i vasi indagati hanno subito interventi di restauri, non sempre documentati, per cui l’attenzione è stata posta sulla verifica di autenticità di alcune parti di essi, funzionale, nel caso dei vasi del MANN, alle successive operazioni di integrazione e restauro. Le indagini sono state condotte mediante una strategia multi-tecniche (Spettrometria di Massa al Plasma Induttivamente Accoppiata, Microscopia Elettronica a Scansione e microanalisi, Diffrazione a Raggi X e Spettroscopie Raman ed IR a trasformata di Fourier) ed hanno portato ad una completa caratterizzazione dei corpi ceramici e delle superfici. I risultati ottenuti, oltre a permettere di individuare parti non originali dei vasi (accuratamente mimetizzate durante i restauri ottocenteschi), hanno fornito importanti informazioni sulle tecniche di restauro impiegate durante il XIX secolo. Dal confronto poi con dati relativi a reperti della stessa classe, provenienti da siti archeologici pugliesi, è stato possibile confermare su base oggettiva la provenienza delle materie prime impiegate ed individuare differenze composizionali e tecnologiche fra vasi attribuiti a pittori diversi. Tutte queste informazioni potranno essere utili non solo nella progettazione di interventi di restauro per i vasi di questa classe ma anche per lo studio dei vasi decontestualizzati (es. vasi custoditi nei più importanti musei o appartenenti a collezioni private, in Italia e all’estero o provenienti dal mercato clandestino), che costituiscono, purtroppo, una parte rilevante di questa classe ceramica.
2017
978-88-40444598
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