La notevole espansione che ha investito l’industria crocieristica negli ultimi quindici anni ha evidenziato tassi di crescita significativi sia dal lato dell’offerta, con nascita di nuove compagnie, nuove navi e con l’ampliamento dei servizi forniti a bordo e a terra, che dal lato della domanda, con la movimentazione di milioni di passeggeri ogni anno. In Europa, nel 2016, il giro d’affari del settore crocieristico è stato pari a 41 miliardi di euro, di cui 4,5 miliardi in Italia, che si conferma prima destinazione europea, seguita da Spagna, Grecia e Francia. Sebbene, il comparto da un lato osservi una crescita costante e strutturale, dall’altro necessita di un maggiore coordinamento nazionale e internazionale, anche per favorire l’adozione di modelli sostenibili che a tutt’oggi risultano ancora in massima parte di natura volontaria. È noto infatti come l’industria crocieristica produca notevoli impatti sul paesaggio, fenomeni di inquinamento, ingenti quantitativi di rifiuti, modificazione degli ecosistemi, perdita di biodiversità e crescente consumo di risorse naturali. Necessita, quindi, dell’adozione di politiche che provvedano a ridurre le esternalità e gli effetti negativi. Lo scopo di questo lavoro è di presentare un’analisi degli impatti associati alla gestione degli imballaggi primari, che rappresentano circa il 50-60% del totale dei rifiuti solidi a bordo di una nave da crociera e che, quindi, necessitano di una strategia di minimizzazione. La metodologia adottata farà riferimento alla misura della Carbon Footprint: si tratta di un indicatore utilizzato per valutare le emissioni di gas a effetto serra antropogene espresse in tonnellate di CO2 equivalenti (t CO2-eq) prodotte dai passeggeri a bordo di una nave da crociera e connesse agli output generati in termini di imballaggi primari. Allo scopo di fornire una metodologia di analisi replicabile, l’unità di riferimento corrisponde agli imballaggi primari usati per passeggero e crociera. I risultati ottenuti consentono di estendere l’analisi degli impatti anche al traffico passeggeri totale registrato nei porti italiani, in particolare per due anni presi a riferimento, in modo da comparare le variazioni intervenute nel periodo considerato. Sono inoltre identificati degli scenari di riferimento per la gestione degli imballaggi, in modo da valutare adeguate strategie di riduzione della Carbon Footprint nel settore.
La riduzione della carbon footprint degli imballaggi nel settore crocieristico
Annarita Paiano;Tiziana Crovella;Giovanni Lagioia
2018-01-01
Abstract
La notevole espansione che ha investito l’industria crocieristica negli ultimi quindici anni ha evidenziato tassi di crescita significativi sia dal lato dell’offerta, con nascita di nuove compagnie, nuove navi e con l’ampliamento dei servizi forniti a bordo e a terra, che dal lato della domanda, con la movimentazione di milioni di passeggeri ogni anno. In Europa, nel 2016, il giro d’affari del settore crocieristico è stato pari a 41 miliardi di euro, di cui 4,5 miliardi in Italia, che si conferma prima destinazione europea, seguita da Spagna, Grecia e Francia. Sebbene, il comparto da un lato osservi una crescita costante e strutturale, dall’altro necessita di un maggiore coordinamento nazionale e internazionale, anche per favorire l’adozione di modelli sostenibili che a tutt’oggi risultano ancora in massima parte di natura volontaria. È noto infatti come l’industria crocieristica produca notevoli impatti sul paesaggio, fenomeni di inquinamento, ingenti quantitativi di rifiuti, modificazione degli ecosistemi, perdita di biodiversità e crescente consumo di risorse naturali. Necessita, quindi, dell’adozione di politiche che provvedano a ridurre le esternalità e gli effetti negativi. Lo scopo di questo lavoro è di presentare un’analisi degli impatti associati alla gestione degli imballaggi primari, che rappresentano circa il 50-60% del totale dei rifiuti solidi a bordo di una nave da crociera e che, quindi, necessitano di una strategia di minimizzazione. La metodologia adottata farà riferimento alla misura della Carbon Footprint: si tratta di un indicatore utilizzato per valutare le emissioni di gas a effetto serra antropogene espresse in tonnellate di CO2 equivalenti (t CO2-eq) prodotte dai passeggeri a bordo di una nave da crociera e connesse agli output generati in termini di imballaggi primari. Allo scopo di fornire una metodologia di analisi replicabile, l’unità di riferimento corrisponde agli imballaggi primari usati per passeggero e crociera. I risultati ottenuti consentono di estendere l’analisi degli impatti anche al traffico passeggeri totale registrato nei porti italiani, in particolare per due anni presi a riferimento, in modo da comparare le variazioni intervenute nel periodo considerato. Sono inoltre identificati degli scenari di riferimento per la gestione degli imballaggi, in modo da valutare adeguate strategie di riduzione della Carbon Footprint nel settore.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.