La perfidia eleatica, il sintagma qui scelto per titolo, assembla due parole ad alto tasso di significato: perfidia è adoperata da Leonardo Sinisgalli nella accezione meno consueta e più antica di ostinazione, pervicacia, fermezza nel sostenere le proprie idee e ragioni; eleatica fa riferimento alla scuola filosofica di Elea nella Magna Grecia che teorizzava l’universale unità dell’essere da cui si credeva dipendesse la spiegazione di ogni aspetto della realtà. Gli Eleati nella ricerca della verità si rifacevano a parametri razionali di chiarezza e necessità, assunti per efficaci anche dal poeta ingegnere. Del resto, come scrive in Lucania, nel clima di un silenzio che invita alla riflessività, gli è parso che sottigliezza e problematicità animino i luoghi della sua «dolorosa provincia»; per l’appunto, da Elea a Metaponto. Con analogia di metodo ma senza presunzione di risultati, vengono ricostruiti alcuni aspetti della vicenda sinisgalliana capaci di incidere su una migliore comprensione della sua poesia. Il recupero di materiali rari e finora poco o per nulla tenuti in considerazione contribuisce a stabilire l’afflato unitario del volume. Nonostante l’indubbia e rilevante influenza di Ungaretti su Sinisgalli, con voce unanime riconosciuta, finora non era parso doveroso ad alcuno procedere a un’organica e documentata ricostruzione; a questa lacuna supplisce il saggio all’argomento dedicato. Così per Sinisgalli scopritore di Lorenzo Calogero: la triste storia del poeta e medico calabrese diventa ai suoi occhi la possibile sconfitta generale e di tutta quella poesia che porta sulla pagina balenanti schegge di sofferenza e verità. Nel terzo contributo, infine, si individuano le piste di una rinnovata interpretazione per la produzione che va dai Nuovi Campi Elisi all’Età della luna. Essa viene prospettata come una fase di trapasso dalla «superba» età giovanile alla «decrepita» vecchiaia del poeta e della sua poesia che tuttavia, nonostante le amarezze e le delusioni della maturità, ne esce irrobustita per la serrata connessione con le inquietudini e le incertezze novecentesche cui dà voce.
La perfidia eleatica. Studi su Leonardo Sinisgalli
Giulia Dell'aquila
2017-01-01
Abstract
La perfidia eleatica, il sintagma qui scelto per titolo, assembla due parole ad alto tasso di significato: perfidia è adoperata da Leonardo Sinisgalli nella accezione meno consueta e più antica di ostinazione, pervicacia, fermezza nel sostenere le proprie idee e ragioni; eleatica fa riferimento alla scuola filosofica di Elea nella Magna Grecia che teorizzava l’universale unità dell’essere da cui si credeva dipendesse la spiegazione di ogni aspetto della realtà. Gli Eleati nella ricerca della verità si rifacevano a parametri razionali di chiarezza e necessità, assunti per efficaci anche dal poeta ingegnere. Del resto, come scrive in Lucania, nel clima di un silenzio che invita alla riflessività, gli è parso che sottigliezza e problematicità animino i luoghi della sua «dolorosa provincia»; per l’appunto, da Elea a Metaponto. Con analogia di metodo ma senza presunzione di risultati, vengono ricostruiti alcuni aspetti della vicenda sinisgalliana capaci di incidere su una migliore comprensione della sua poesia. Il recupero di materiali rari e finora poco o per nulla tenuti in considerazione contribuisce a stabilire l’afflato unitario del volume. Nonostante l’indubbia e rilevante influenza di Ungaretti su Sinisgalli, con voce unanime riconosciuta, finora non era parso doveroso ad alcuno procedere a un’organica e documentata ricostruzione; a questa lacuna supplisce il saggio all’argomento dedicato. Così per Sinisgalli scopritore di Lorenzo Calogero: la triste storia del poeta e medico calabrese diventa ai suoi occhi la possibile sconfitta generale e di tutta quella poesia che porta sulla pagina balenanti schegge di sofferenza e verità. Nel terzo contributo, infine, si individuano le piste di una rinnovata interpretazione per la produzione che va dai Nuovi Campi Elisi all’Età della luna. Essa viene prospettata come una fase di trapasso dalla «superba» età giovanile alla «decrepita» vecchiaia del poeta e della sua poesia che tuttavia, nonostante le amarezze e le delusioni della maturità, ne esce irrobustita per la serrata connessione con le inquietudini e le incertezze novecentesche cui dà voce.File | Dimensione | Formato | |
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