Partendo dalla decostruzione dell’idea ‘tradizionale’ di essere umano, legata all’esaltazione del mito della razionalità, dell’autonomia, dell’autosufficienza e attraversando la ridefinizione di Heidegger e soprattutto di Ricoeur dell’uomo in termini di relazionalità, limite, dipendenza, filiazione e dono, il saggio si propone di far emergere l’umanità della persona con handicap, ed in particolare con handicap mentale, come luogo massimo di provocazione per il pensiero e l’esistenza. Tanto che, potremmo dire, un umanesimo che non ripartisse da qui – che non fosse in grado di rispondere non solo all’interrogativo che cosa fa sì che un uomo sia uomo?, ma anche alla domanda se un disabile (magari gravissimo) sia uomo fino in fondo (e, se no, perché? E, se sì, perché?) – non sarebbe un umanesimo realmente radicale.
Per un umanesimo ‘diverso’. Quando fragilità, handicap, ritardo mentale danno a pensare
CAPUTO, ANNALISA
2015-01-01
Abstract
Partendo dalla decostruzione dell’idea ‘tradizionale’ di essere umano, legata all’esaltazione del mito della razionalità, dell’autonomia, dell’autosufficienza e attraversando la ridefinizione di Heidegger e soprattutto di Ricoeur dell’uomo in termini di relazionalità, limite, dipendenza, filiazione e dono, il saggio si propone di far emergere l’umanità della persona con handicap, ed in particolare con handicap mentale, come luogo massimo di provocazione per il pensiero e l’esistenza. Tanto che, potremmo dire, un umanesimo che non ripartisse da qui – che non fosse in grado di rispondere non solo all’interrogativo che cosa fa sì che un uomo sia uomo?, ma anche alla domanda se un disabile (magari gravissimo) sia uomo fino in fondo (e, se no, perché? E, se sì, perché?) – non sarebbe un umanesimo realmente radicale.File | Dimensione | Formato | |
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Per un umanesimo diverso - caputo BOZZA.pdf
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