Il Massiccio degli Alburni in Appennino meridionale è uno dei principali riferimenti per la speleologia dell’Italia meridionale, con circa 250 cavità naturali. Le attività speleologiche sull’area hanno rivelato da tempo il ruolo fondamentale svolto dalla tettonica sullo sviluppo dei sistemi carsici. Questa nota approfondisce tale aspetto e le sue relazioni con le variazioni dei livelli di base, tramite la rappresentazione cartografica delle diverse superfici erosionali sub-orizzontali relitte. I rilevamenti, svolti sia in ambiente epigeo che ipogeo, hanno evidenziato che, oltre ai sistemi tettonici principali che interessano l’intera area del massiccio (secondo le direttrici NO-SE e NE-SO), anche faglie a piccola scala e fratturazione pervasiva hanno una notevole influenza sulla selezione delle direzioni lungo le quali si impostano le cavità. L’analisi statistica delle 243 grotte esaminate ha evidenziato la disposizione del livello terminale delle cavità in 4 gruppi altimetrici, rispettivamente posti tra i 450-500, 800-850, 1050-1100 e 1300-1350 metri sul livello del mare. L’insieme dei dati indica un progressivo abbassamento (relativo) del livello di base, evidentemente connesso al sollevamento tettonico. L’individuazione di antiche superfici erosionali e dei morfolineamenti di origine tettonica, mediante analisi fotogeologica e rilievi sul campo, consente la suddivisione del massiccio in tre diversi settori (blocco occidentale, blocco orientale, blocco di M. Forloso). La discriminazione dei rapporti tra superfici relitte e faglie ed il conseguente riconoscimento dei sistemi tettonici più recenti può permettere di collegare la loro cinematica con quella delle strutture potenzialmente sismogenetiche, in un’area caratterizzata da elevata mobilità verticale.

Analisi morfologico-strutturale dei Monti Alburni (Campania)

PARISE, Mario;
2015-01-01

Abstract

Il Massiccio degli Alburni in Appennino meridionale è uno dei principali riferimenti per la speleologia dell’Italia meridionale, con circa 250 cavità naturali. Le attività speleologiche sull’area hanno rivelato da tempo il ruolo fondamentale svolto dalla tettonica sullo sviluppo dei sistemi carsici. Questa nota approfondisce tale aspetto e le sue relazioni con le variazioni dei livelli di base, tramite la rappresentazione cartografica delle diverse superfici erosionali sub-orizzontali relitte. I rilevamenti, svolti sia in ambiente epigeo che ipogeo, hanno evidenziato che, oltre ai sistemi tettonici principali che interessano l’intera area del massiccio (secondo le direttrici NO-SE e NE-SO), anche faglie a piccola scala e fratturazione pervasiva hanno una notevole influenza sulla selezione delle direzioni lungo le quali si impostano le cavità. L’analisi statistica delle 243 grotte esaminate ha evidenziato la disposizione del livello terminale delle cavità in 4 gruppi altimetrici, rispettivamente posti tra i 450-500, 800-850, 1050-1100 e 1300-1350 metri sul livello del mare. L’insieme dei dati indica un progressivo abbassamento (relativo) del livello di base, evidentemente connesso al sollevamento tettonico. L’individuazione di antiche superfici erosionali e dei morfolineamenti di origine tettonica, mediante analisi fotogeologica e rilievi sul campo, consente la suddivisione del massiccio in tre diversi settori (blocco occidentale, blocco orientale, blocco di M. Forloso). La discriminazione dei rapporti tra superfici relitte e faglie ed il conseguente riconoscimento dei sistemi tettonici più recenti può permettere di collegare la loro cinematica con quella delle strutture potenzialmente sismogenetiche, in un’area caratterizzata da elevata mobilità verticale.
2015
978-88-89897-11-9
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