All’interno dell’ordinamento romano, la ricezione di sacra appartenenti a comunità pervenute alla cittadinanza romana sine suffragio è un provvedimento emanato dai pontefici su deliberazione del senato. Attraverso di esso, talvolta, alcuni sacra di una comunità divenuta municipale entravano a far parte dei sacra populi Romani, sulla base di una loro condivisione e comunanza da parte di entrambe le comunità. È possibile ricostruire la trama di tale prassi attraverso l’esempio del culto lanuvino-romano di Iuno Sospes; altresì individuare le modalità di ricezione di sacra di comunità municipali estinte giuridicamente. I casi, diversi tra di loro, sono quelli degli Anagnini e dei Campani. I primi, divenuti singolarmente cittadini romani, si videro riconosciuta un’individualità collettiva esclusivamente sotto il profilo sacrale. Invece la ricezione del culto di Diana Tifatina non fu promossa con la concessione della cittadinanza ai Campani nel 338 a.C., bensì con la soppressione giuridica della comunità nel 211 a.C. In questo caso però il culto fu fondato su nuove basi ed accolto fra i sacra p. R., seppur decentrato rispetto all’Urbe. L’analisi della categoria dei sacra municipalia investe dunque profili diversi (giuridici, politici, istituzionali) e di diversa natura. Inoltre, essa fa scorgere l’esistenza di un diritto sacro municipale, e di una “Roma al di fuori di Roma” per l’aspetto sacrale.
I sacra del municipio in età medio-repubblicana e il ruolo del senato romano
GALLO, ANNAROSA
2016-01-01
Abstract
All’interno dell’ordinamento romano, la ricezione di sacra appartenenti a comunità pervenute alla cittadinanza romana sine suffragio è un provvedimento emanato dai pontefici su deliberazione del senato. Attraverso di esso, talvolta, alcuni sacra di una comunità divenuta municipale entravano a far parte dei sacra populi Romani, sulla base di una loro condivisione e comunanza da parte di entrambe le comunità. È possibile ricostruire la trama di tale prassi attraverso l’esempio del culto lanuvino-romano di Iuno Sospes; altresì individuare le modalità di ricezione di sacra di comunità municipali estinte giuridicamente. I casi, diversi tra di loro, sono quelli degli Anagnini e dei Campani. I primi, divenuti singolarmente cittadini romani, si videro riconosciuta un’individualità collettiva esclusivamente sotto il profilo sacrale. Invece la ricezione del culto di Diana Tifatina non fu promossa con la concessione della cittadinanza ai Campani nel 338 a.C., bensì con la soppressione giuridica della comunità nel 211 a.C. In questo caso però il culto fu fondato su nuove basi ed accolto fra i sacra p. R., seppur decentrato rispetto all’Urbe. L’analisi della categoria dei sacra municipalia investe dunque profili diversi (giuridici, politici, istituzionali) e di diversa natura. Inoltre, essa fa scorgere l’esistenza di un diritto sacro municipale, e di una “Roma al di fuori di Roma” per l’aspetto sacrale.File | Dimensione | Formato | |
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